Ci sono momenti, che contano di più, scrive il Corriere Fiorentino. Ci sono partite, che contano di più. Momenti che possono far svoltare una stagione. In un senso, o nell’altro. E quella col Torino, per la Fiorentina, potrebbe davvero, nonostante il pareggio, essere una svolta. E ci sono giocatori che, in queste occasioni, si caricano la squadra sulle spalle, e la trascinano nella direzione giusta. Li chiamano fuoriclasse e, Franck Ribéry, è uno di questi.
Carattere, classe, personalità. Il francese è il faro di questa Fiorentina. Capace, da solo, di accenderla, o di lasciarla al buio. Una forza, certo, ma che rischia (paradossalmente) di trasformarsi in limite. E quanto accaduto nel girone d’andata di questo campionato ne è la dimostrazione pratica. Ha sofferto, FR7, e delle sue difficoltà ha risentito tutta la Fiorentina. Un rendimento fatto di tanti bassi e qualche, abbagliante, illuminazione. A San Siro, per esempio, alla seconda giornata. O nella magica serata dello Juventus Stadium. Guarda caso, le due migliori prestazioni della stagione viola. Eppure, anche in quelle occasioni, il francese era rimasto a secco. Uno zero, quello nella casella dei gol segnati, che pesava un quintale. Perché è vero, l’ex Bayern non è mai stato un bomber ma mai, in carriera, era arrivato a gennaio senza segnare lo straccio di un gol. Fino al sigillo di ieri sera.
Una perla voluta, cercata, e trovata alla fine di un’azione che era stato lui stesso ad iniziare prima della rifinitura (splendida) di Bonaventura. Inutile girarci attorno. Il suo futuro, salvo clamorose sorprese, è segnato. A fine stagione scadrà il suo contratto, e le strade con Firenze si separeranno.
Chi era in campo, e chi stava in panchina. Travolto, letteralmente, da un gruppo di ragazzi che, fin dal giorno del suo arrivo, gli ha affidato anima e corpo. La squadra, è sempre stata con lui. Anche nei momenti più difficili. Anche quando, dopo la partita di Napoli, fu Prandelli a metterlo in discussione. È stato, quello, il punto più basso della sua avventura fiorentina. Un primo tempo inguardabile, e la sostituzione all’intervallo. Sembrava l’inizio della fine e invece, dal giorno dopo, Ribéry si è ripreso lo scettro. Ha parlato col mister, ed è ripartito. Come prima, più forte di prima. Prossima missione: il primo gol al Franchi. Un altro zero, prima di salutare, da cancellare a tutti i costi.