Dal sentito derby toscano emerge più l’Empoli della Fiorentina. Sì, perché gli azzurri avrebbero potuto ottenere anche qualcosa di più dalla partita, che se cercavano la svolta non l’hanno certo trovata. È stata una partita bruttina e con pochi interventi duri, ma a preoccupare deve essere il fatto che i padroni di casa abbiano giocato la gara che volevano. I viola si sono adattati al ritmo basso, “nel primo tempo quasi da campionato cipriota”. Emblematico il dettaglio sulle conclusioni in porta: Vasquez, portiere empolese, non ha dovuto fare una parata. Anche De Gea per la verità, anche se qualche pallone l’ha dovuto vedere da vicino. Se bisogna guardare alla mèta, si può dire che la squadra di D’Aversa ha raggiunto l’obiettivo di rimanere imbattuto e arrivare a quota 10, mentre la Fiorentina non ha mai dato l’impressione di volerla vincere.
L’assetto a quattro che aveva portato al successo sulla Lazio, a differenza della partita contro i biancocelesti, stavolta è mancato in tutto, anche sul piano atletico. Gudmundsson fermato a uomo da Grassi è stato quasi evanescente ed è un campanello d’allarme: se soffre così una marcatura stretta diventa difficile fornire i giusti palloni a Kean. Giovedì l’impegno di Conference deve dare una svolta. Lo scrive il Corriere dello Sport.
Le parole di Kouamè sono gravi e danno l’allarme: nella Fiorentina non c’è gruppo tra gli attaccanti