Sì, anche nel non parlare di Europa un limite deve pur esserci. Niente corse verso chissà quale traguardo da sogno, ovviamente, ma dopo aver dato un’occhiata all’ottobre della Fiorentina, è inevitabile fare due conti e pensare che se la squadra di Pioli riuscirà a gestire al meglio i 15 punti in palio (cinque partite), la classifica potrebbe improvvisamente farsi bella. E, perché no, iniziare a profumare un po’ di Europa.
Pioli giustamente, incrocia le dita e ribadirà alla prima occasione che non esistono avversari facili e altri impossibili, ma il fatto di poter affrontare cinque partite (meno una, quella contro il Torino) di fila contro avversari che non possono avere ambizioni più importanti della salvezza, beh… è un piccolo vantaggio da sfruttare. Non solo. Le cinque partite di ottobre sono anche interrotte (domenica 8) da una sosta di campionato. In pratica, un lasso di tempo in più per lavorare, perfezionare schemi e idee per poi affrontare con maggiore intensità le partite della seconda parte del mese.
Il calendario, dicevamo, si snoda dalla comunque non facilissima (ma assolutamente abbordabile) trasferta di domani in casa del Chievo per chiudersi con un’altra trasferta, questa volta in Calabria, sul campo del Crotone, squadra che soffrirà e non poco per non precipitare in serie B. Nel mezzo ecco i due impegni interni, al «Franchi», prima con l’Udinese, poi, nel turno infrasettimanale del mese contro il Torino. Turni che Pioli vuole mettere all’attivo con l’obiettivo di non lasciare per strada niente (e prendersi quindi i sei punti) dopo quanto accaduto contro Sampdoria e Atalanta.
Quindi la cavalcata di ottobre vedrà in scena anche la trasferta contro il neopromosso Benevento, altra squadra che nella classifica di fine stagione potrebbe trovarsi in acque tutt’altro che tranquille. Dunque un ottobre formato Europa, con Pioli che si aspetta davvero il massimo dai suoi giocatori e punta a consolidare una classifica molto diversa da quella attuale e comunque a ridosso delle squadre che vogliono l’Europa e che, a differenza della Fiorentina, possono dirlo senza troppa prudenza
La Nazione