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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
“Chiediamo scusa per il mercato, ci saranno cambiamenti in società. A Mario Gomez dico…”
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“Chiediamo scusa per il mercato, ci saranno cambiamenti in società. A Mario Gomez dico…”

Redazione

20 Maggio · 14:07

Aggiornamento: 20 Maggio 2016 · 14:31

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“Un bilancio della stagione? Se guardiamo al risultato finale, l’ennesima qualificazione alle coppe Europee, allora è positivo. Ma dopo un inizio meraviglioso, non possiamo negare che la seconda parte di stagione ci ha regalato più di un’amarezza”. In qualità di uomo di fiducia da sempre dei Della Valle e come punto di riferimento nella Fiorentina, Mario Cognigni non si sottrae a commenti, rivelazioni, programmi. Spiega la Fiorentina 2.0 che i Della Valle hanno in mente per aprire il 14esimo anno della loro era viola e rassicura i tifosi: “La famiglia Della Valle è ancora presente. E la Fiorentina che si appresta a nascere sarà preparata e proiettata verso il futuro a livello tecnico ed organizzativo”.
Dunque la stagione si chiude con un bicchiere mezzo pieno ma dal sapore dolce-amaro?
“Rende l’idea… Partiamo da un dato: per il quarto anno consecutivo siamo in Europa. I Della Valle hanno preso la Fiorentina in C2, sono tornati in A dove in 12 anni per sei volte siamo arrivati quarti (con due qualificazioni in Champions), una volta terzi per punti fatti (sesti a causa della penalizzazione) e quest’anno quinti senza mai rischiare la qualificazione in EL. Pochi club della nostra fascia in Europa hanno mantenuto questa costanza di risultati. Per sei-sette volte ci siamo lasciati dietro due o tre club tra Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Lazio…. Del resto io stesso avevo anticipato che con il Financial fair play la Fiorentina sarebbe riuscita a competere con squadre economicamente più forti.”
Quindi nessun rimpianto in questi anni?
“Si, il rammarico è non aver mai alzato una coppa: era nelle nostre possibilità e avrebbe nobilitato il nostro percorso. Abbiamo raggiunto una finale e due semifinali di Coppa Italia, due semifinali di Europa League. Avremmo potuto fare qualcosa in più”.

 

Ma questa è storia, torniamo all’attualità: i tifosi vivono di presente e di futuro.
“Il nostro futuro lo vogliamo come la prima parte della stagione: il girone di andata chiuso con 38 punti ci aveva esaltato. Se nelle prime 19 partite siamo andati oltre le aspettative non possiamo negare che il calo finale sia stato esagerato: 26 punti nel ritorno, solo 12 punti nelle ultime 12 partite. Le prime tre della classifica hanno fatto strisce impressionanti ma noi avremmo potuto arrivare quarti anche quest’anno, invece abbiamo inserito il freno a mano. Servirà a tutti come lezione, perché l’obiettivo della prossima stagione è mantenere continuità di prestazioni e di tenuta nervosa per tutto l’anno”.
Secondo molti il calo è dipeso anche da un mercato di gennaio non all’altezza.
“I giocatori che speravamo ci potessero regalare qualche soluzione in più non hanno reso secondo le aspettative, uno (Benaluane, ndr) addirittura non ha reso nulla. Nel mercato può accadere, ci dispiace e recitiamo il mea culpa. Ma giustificare due sole vittorie in 12 partite finali con il mercato di gennaio ritengo sia sbagliato. Siamo usciti presto e con profondo rammarico dalla Coppa Italia: il 16 dicembre agli ottavi in casa col Carpi. E poi abbiamo incontrato un grande Tottenham che ci ha eliminato il 25 febbraio ai sedicesimi dall’Europa League. Le coppe non ci hanno spremuto come in passato, quindi avremmo dovuto fare meglio nel ritorno, vista la grande qualità mostrata nel gioco e nella personalità della squadra durante l’andata, quando Sousa ha conquistato tutti. Da lì dobbiamo ripartire”.
Paulo Sousa però si è sentito “solo” in alcuni momenti, e non ha mancato di esternarlo lanciando messaggi.
“Con Paulo abbiamo parlato spesso, ci siamo confrontati e abbiamo condiviso tante idee per il futuro. E i dirigenti vicino alla squadra ci sono sempre stati, ciascuno con il proprio ruolo. A Paulo, che abbiamo scelto e apprezziamo perché è un tecnico preparato e moderno e un uomo intelligente e ambizioso, dico con affetto: Paulo stai sereno, rigorosamente senza hashtag”.
Con gli allenatori però si crea spesso qualche malumore: perché?
“Gli allenatori a Firenze hanno sempre goduto di grande libertà e non hanno mai subito ingerenze. Qui si lavora bene. Forse dopo un po’ lo dimenticano e se ne accorgono solo quando lasciano Firenze, almeno a vedere dai risultati ottenuti qui e poi altrove”.
Nelle ultime conferenze l’ha nominata così tante volte da farla sembrare il mister Wolf di Pulp Fiction quello che risolveva tutti i problemi: “Deciderà Cognigni, chiedete a Cognigni, risponde Cognigni…”.
“Mi fa piacere che la mia presenza lo rassicuri tanto. Da anni il mio ruolo è anche quello di essere un riferimento per tutte le aree della società: sempre, col bello e col cattivo tempo. Ma non decido tutto io, ogni settore ha la sua autonomia. E ognuno dovrebbe rispondere in base al proprio ruolo assumendosi le proprie responsabilità”.
Ci sarà un nuovo assetto societario?
“Il sistema calcio è in continua evoluzione e la Fiorentina vuole essere una società moderna e organizzata che l’evoluzione la cavalca, non la subisce, nel rispetto della filosofia, dello stile e delle regole del club. Per questo miglioreremo e accresceremo la struttura societaria in ogni suo comparto. A partire dall’area tecnica.”
Parla di un nuovo Ds? Torna Corvino?
“Parlo prima di tutto di struttura. Gli uomini ricoprono ruoli in strutture. Vogliamo crescere ancora: cercando giovani talenti a livello internazionale, avendo maggiori contatti e osservatori in giro per il mondo, migliorando il nostro scouting, la nostra rete di rapporti con agenti e club. Cerchiamo giovani di talento e giocatori già pronti con un unico comun denominatore: la voglia di affermarsi, di rivincita o di confermare in maglia viola il proprio valore. Gente che abbia fame, personalità, carattere. Che sia ambiziosa e voglia vincere qui, non solo mettersi in vetrina. Il nostro settore giovanile sarà potenziato e seguiremo da vicino chi andrà in prestito per valutarne progressi o rinascite. Tutto questo richiede una struttura con ruoli molto ben definiti”.
Bello a sentirsi: ma “la vil pecunia”? Si insomma, il budget a disposizione?
“Non è mai mancato. I parametri Uefa e un bilancio sano non sono una coperta che puoi tirare dove vuoi e dobbiamo rispettarli. La Società dovrà mantenere il suo equilibrio, ma dovrà necessariamente crescere soprattutto nel marketing e nel commerciale. Se la struttura è forte si scovano talenti e giocatori importanti che fanno al caso nostro. Entro fine mese avremo l’organigramma, nel frattempo stiamo già lavorando sul mercato, anche in questo momento mentre le sto parlando, con nostri uomini all’estero”.
Sogna una Fiorentina stile Leicester?
“Chi non sognerebbe una stagione simile e un risultato così straordinario? Ma è difficilissimo, nonostante la Fiorentina abbia ambizioni superiori rispetto a quelle di inizio campionato del Leicester, che ha comunque introiti superiori a quelli di 15-16 club italiani, Fiorentina compresa. Però del Leicester dobbiamo prendere la lezione che nulla è impossibile se c’è estrema convinzione, tenacia, spirito di gruppo, unità di intenti.”
A Firenze però si respira disamore.
“Firenze è calda, passionale, innamorata. Quando le cose funzionano ti trascina, ma sa anche essere molto critica. Vuole sognare, vuole primeggiare: è storicamente abituata alla bellezza. E ai tifosi non si possono negare ambizioni e sogni. Il nostro obiettivo è sempre stato diventare un corpo unico: società, squadra, tifosi, istituzioni. Vorremo che idealmente in campo andasse tutta Firenze. A volte non è successo e ci prendiamo la nostra parte di colpa”.
Ma l’entusiasmo e la voglia di riuscirci la famiglia Della Valle ce l’ha sempre?
“Ce l’ha sicuramente. Ci saranno iniziative per coinvolgere più da vicino i nostri tifosi e garantirne la partecipazione e l’unione coi protagonisti, in campo e fuori: perché Firenze e la Fiorentina devono respirare insieme. Oggi c’è la possibilità con Internet, con i social, con la tecnologia di essere perennemente in contatto. La Fiorentina crede nel concetto di società aperta: al nuovo, al suo pubblico, al confronto. Chi ha una società sana e lavora per migliorarla non ha bisogno di segreti. Condivisione sarà una delle nostre parole chiave”.
Parliamo di mercato?
“Non seguo il mercato in prima persona, ci sono persone chiamate ad occuparsene direttamente, la domanda va fatta a loro”.
Pasqual non ha rinnovato: anche in questo caso “chiediamo a Cognigni”?
“Non scherziamo, certe decisioni sono figlie di confronti con l’area tecnica. Abbiamo grande stima e rispetto per Manuel e la sua storia viola. Tanto da ritenere che chi è stato capitano e protagonista per tanti anni non meritasse in futuro un ruolo di ripiego, da comprimario. Dai colloqui avuti con Sousa sono emerse per il futuro soluzioni tecnico tattiche differenti”.
Rossi e Gomez: tornano o partono?
“Sono due nostri giocatori e quindi siamo felici che siano riusciti a rilanciarsi all’estero. Pepito giocando con maggiore continuità e Mario tornando a far vedere quelle doti che ci avevano convinti a un esborso importantissimo per portarlo a Firenze. Ora con un patrimonio tecnico ed economico ritrovato valuteremo con serenità il da farsi”.
Il tedesco non è stato tenero con la Fiorentina: si è detto pentito di essere venuto e ha parlato di promesse non mantenute…
“Non entro in polemica con un nostro tesserato. Il suo futuro e’ nelle mani della Fiorentina. Si possono dire tante parole, ma alla fine restano i fatti e i numeri”
Colpi in canna nell’immediato?
“La Fiorentina non è ferma, ma il mercato dura tanto. E speriamo che tra i colpi ci sia anche una pietra…”
Che pietra?
“Quella metaforica del nuovo stadio. Dopo anni di trattative, progetti, difficoltà, contiamo questo sia finalmente l’anno giusto per sciogliere gli ultimi nodi e partire: noi siamo pronti. Lo so che i tifosi sono stanchi di parole. Lo siamo tanto anche noi. Vogliamo fortissimamente il nuovo stadio”.
Gazzetta.it

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