È stato il trionfo della Fiorentina, che ha vinto la partita di prepotenza e approda in semifinale di Coppa Italia con un risultato che resterà nella storia. E’ stata una resa senza condizioni per la Roma, umiliata da un 7-1 che ci riporta indietro nel tempo: nel 2007 contro il Manchester United, con Spalletti in panchina e nel 2014 all’Olimpico contro il Bayern Monaco, con Garcia allenatore.
Due sconfitte che lasciarono cicatrici profonde. Come questa, che probabilmente segnerà la fine della storia d’amore tra Eusebio Di Francesco e la Roma. E’ stata la serata di Federico Chiesa, che sotto gli occhi di Roberto Mancini ha realizzato la prima tripletta della sua carriera destinata a traguardi fino a poco tempo fa insperati.
Pioli ha grandi meriti nella costruzione di questa Fiorentina, una squadra che a gennaio ha trovato in Muriel il rinforzo ideale. Complimenti anche a Corvino, che ha messo insieme un gruppo giovane che può arrivare lontano.
La Roma è una squadra senza anima, costruita male e condizionata dagli errori di mercato. Un gruppo che ha bisogno di una scossa perchè dopo l’incredibile secondo tempo di Bergamo dopo tre giorni è arrivata questa prestazione umiliante per i tifosi, che dall’inizio della stagione raccolgono delusioni.
E’ stata una partita senza storia sin dai primissimi minuti. I due allenatori hanno portato in panchina i due centravanti titolari. Pioli ha rinunciato a Simeone, sfidando il ruolo di prima punta a Muriel.
Corriere dello Sport