Il Noto giornalista Enzo Bucchioni ha parlato della situazione in casa Fiorentina dopo la scomparsa di Barone su La Gazzetta dello Sport, queste le sue parole:
“Il giorno dopo della Fiorentina è fatto di emozioni, mani che stringono mani, cuori che stringono cuori. C’è lo spirito di Joe nell’aria del Viola Park quando alla ripresa degli allenamenti Rocco Commisso, Italiano e i suoi ragazzi, uno dopo l’altro, spontaneamente, formano un grande cerchio in mezzo al campo. E su quel prato, da quella catena umana, nasce un patto: da oggi giocheremo per Joe Barone, vogliamo vincere qualcosa per lui. La Fiorentina ora sa che se anche Joe non c’è più, dovrà comunque essere come quando negli spogliatoi c’era lui a caricare, motivare, spingere prima, durante e dopo le partite. Tutti i giorni. Con la sua energia, la sua passione, a volte eccessiva, ma sempre coinvolgente. Joe Barone era la Fiorentina, continuerà a essere la Fiorentina, questa squadra e questo gruppo sanno che cosa avrebbe voluto, basterà raccogliere la sua eredità. «Ha fatto più Joe Barone per il calcio in cinque anni che molti dirigenti che ci sono da una vita», è la straordinaria sintesi di Spalletti. Aiuta a capire chi fosse davvero il dirigente viola. E in effetti sono stati anni straordinari, spesso non percepiti neppure a Firenze, città da sempre divisiva. La costruzione del Viola Park, costato 120 milioni, un centro sportivo bellissimo nonostante la burocrazia italiana. Il ritorno della Fiorentina in Europa, la conquista di due finali dopo sessant’anni. Ma anche i bilanci sani, l’attenzione ai giovani e le battaglie per un calcio migliore. Nessun dirigente, credo, sarebbe stato capace di mettere in pratica la volontà di un presidente vulcanico come Rocco Commisso meglio di Joe Barone. Rocco e Joe, una coppia di italiani “made in Usa” che nel calcio ha funzionato bene, nonostante discussioni e polemiche: lo dicono i fatti. Da qui si riparte, con la stessa forza, le stesse idee, la stessa energia. Non sarà facile. Ma Rocco Commisso, sebbene senza il suo motore, il suo uomo più fidato, non ha intenzione di piegarsi al vento contrario del destino. Riparte da quel “cerchio magico” che racconta di una squadra che invece di piangersi addosso ha voglia di stupire. Forse giocherà anche in dodici, con lo spirito di Joe Barone al fianco, come successe sei anni fa quando per onorare la memoria di Davide Astori quella Fiorentina vinse sei partite di fila.
Riparte da Vincenzo Italiano, l’allenatore che ha firmato la rinascita viola all’insegna del bel gioco. Sta per chiudere il suo ciclo fiorentino, l’aveva comunicato proprio a Joe Barone qualche settimana fa. La squadra lo sa. Tutti assieme avevano deciso di raddoppiare le forze per conquistare un trofeo, un regalo d’addio da dedicare a Commisso. Ora, tutti assieme, il presidente in testa, faranno di tutto per dedicare quel trofeo alla memoria di Barone. Anche quest’anno la Fiorentina è in corsa per la Conference e il sorteggio fortunato fa già pensare alla finale. Giocherà le semifinali di coppa Italia per la terza volta di fila, stavolta contro l’Atalanta. Fatti, non parole diceva un vecchio slogan degli anni Ottanta. Fatti, come la partenza della tappa fiorentina del Tour de France proprio davanti al Viola Park nel luglio prossimo. L’aveva voluta fortemente Joe Barone. Da lì all’eternità”
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