Era sbarcato a Firenze con qualche timore. La Serie A, per gli spagnoli, non aveva un fascino speciale. «Molta tattica, molta difesa, poco spettacolo». Poi, ha incontrato Montella. E Borja Valero ha ritrovato subito il sorriso. «Vincenzo ama un calcio fatto di qualità e di voglia di attaccare. Idee che ti conquistano». Con il tecnico era stato amore a prima vista. Domenica notte, però, saranno su barricate diverse.
Ognuno deciso a vincere.
«Come si batte il Milan? Con le armi che abbiamo usato anche l’anno scorso. Mettendo in campo la loro stessa qualità e più grinta. Questo è un Milan spietato. Se gli regali un’occasione da gol ti giustizia».
Bacca è il killer.
«Tira e la butta dentro. E’ il suo mestiere. Era così anche al Siviglia. Del resto, il Milan lo ha pagato caro per portarlo in Italia. Ma i rossoneri non sono solo Bacca. Mi piace molto Niang. Ha fatto le sue esperienze ed è tornato a Milano al momento giusto. E Donnarumma è un vero talento. In più c’è Montella».
Un altro valore aggiunto.
«Da quando è arrivato lui il Milan ha un’energia diversa. Alla fine i giocatori sono quelli dello scorso anno».
Montella ha cercato di portarla al Milan.
«In estate ho letto di un interesse del Milan e anche della Roma. Voci che fanno piacere. Vuol dire che ho fatto qualcosa di buono. Ma al mio procuratore avevo detto che il primo pensiero era quello di restare a Firenze. Quella era la mia volontà e così è stato».
E ora potrebbe allungare il contratto.
«Vorrei chiudere la carriera in maglia viola. Ci sarà tempo per parlarne. Ma sarei felice se finisse così».
Milan e Inter sono in mano a grandi ricchi cinesi.
«Il calcio italiano ha bisogno di nuovi investitori, è giusto accogliere queste novità senza paura. Però sono felice che alla guida della Fiorentina ci sia una grande famiglia italiana che vuole far crescere il progetto viola».
Chi vincerà lo scudetto?
«La Juve che era già fortissima ha acquistato i migliori giocatori del Napoli e della Roma, le altre due grandi del campionato. Quindi, sulla carta il pronostico è scontato. Ma il calcio non è matematica. E allora attenti a Napoli e Roma. E anche all’Inter».
L’obiettivo della Fiorentina?
«Non amo i pronostici. Vorrei rivedere in campo la Fiorentina dei primi cinque mesi dello scorso campionato. Nessuno ci dava un soldo e siamo arrivati in zona Champions League. Poi, siamo crollati in maniera strana. Ripartiamo da quell’idea calcistica senza porci né obiettivi, né limiti. Il sogno è restare in Europa e vincere una Coppa. Lo meritano i Della Valle. E lo meritano tutti quei giocatori, io in testa, che non hanno mai conquistato un titolo in carriera».
La Fiorentina è descritta come una squadra triste.
«Niente di più falso. Siamo allegri e determinati».
Come vede Sousa?
«Molto carico. Ha una marcia in più. Una fame che sta trasmettendo alla squadra».
Sanchez ha già conquistato tutti.
«Eppure all’inizio nessuno credeva in lui. Il direttore Corvino è tornato a Firenze per inserire nella rosa giovani di talento e giocatori esperti che possono far crescere la squadra».
Cambierebbe Kalinic con Icardi o Higuain?
«No. Per quello che chiede Sousa a un centravanti non esiste al mondo un bomber più bravo di Kalinic. E’ perfetto per la Fiorentina».
Regali un consiglio a Bernardeschi.
«Lui deve stare tranquillo, deve far parlare il suo gioco. Quando hai tante attenzioni addosso diventi nervoso, finisci per strafare. Mentre il segreto dei grandi calciatori è la semplicità».
Cosa le ha lasciato la festa dei novant’anni della Fiorentina?
«Una serata bellissima in mezzo a tanti campioni. Penso, a esempio, a Carlos Dunga. Quando vinceva il mondiale nel 1994 io iniziavo a giocare. Spero di incontrare presto miti come Batistuta e Rui Costa».
Lei è chiamato dai tifosi “il sindaco di Firenze”.
«Ho un rapporto incredibile con la città. Non sono il giocatore più forte eppure mi fanno sentire speciale. E’ la sensazione che Antognoni vive da sempre».
Paulo Sousa?
“È carico e determinato, la sua voglia la trasmette a tutta la squadra”
Nella Fiorentina ci sono due ragazzini di grande talento come Hagi e Chiesa.
«Devono stare tranquilli, devono immaginare un percorso lungo, non devono farsi condizionare dalle parole di amici, parenti e procuratori. Guai se pensassero di essere già arrivati».
Suo figlio Alvaro ha iniziato a giocare a calcio: quali sono i suoi miti?
«Il papà e Cristiano Ronaldo».
Che segna più di lei.
«Io ho sempre segnato poco. Sono nato così. Purtroppo non si impara a fare gol».
Luca Calamai – La Gazzetta dello Sport