Tempi, ritmi e una costanza che Italiano ha ricercato e finalmente trovato. Se il tecnico ha mantenuto l’identità di squadra ma accolto anche il cambiamento verso una Fiorentina un po’ meno bella ma certamente più concreta, lo deve anche a una certezza che si ritrova in mezzo al campo. Un giocatore sul quale fare pieno affidamento: per le sue geometrie, il minuzioso lavoro di raccordo, l’ordine creato e perfezionato.
È Arthur Melo, il cuore pulsante di uno schieramento che rimane a trazione offensiva ma che non può rinunciare alla sua classe. Il brasiliano ha preso parte a tutte le sfide fin qui giocate dalla Fiorentina, in campionato e Conference League, eccezion fatta per quella al Franchi contro il Cukaricki finita in goleada e dove Italiano ha concesso più minutaggio a Maxime Lopez. I due non possono coesistere ma soltanto alternarsi e Arthur, fin qui, ha dimostrato di essere inamovibile. Il giocatore viola che più in assoluto ha realizzato passaggi ( 603), che vanta il 92% nel rapporto tra quelli effettuati e quelli riusciti. Una percentuale che si alza nettamente in Europa, toccando punte del 97%. Che sia nel breve o nel lungo, poco importa. Quando c’è da assicurare pulizia, qualità e rifinitura, Arthur c’è sempre.
Non chiedetegli di andare a segno, non sperate in strappi improvvisi edribbling avventati. Non sono nelle sue corde e d’altronde la sua carriera l’ha sempre dimostrato. Un giocatore che anni fa veniva accostato a Xavi per la sua capacità di legare palla al piede: corsa fluida, visione totale, passaggioche da corto poteva improvvisamente diventare preciso in profondità. Alterna giocate a seconda del ritmo che la squadra deve imprimere alla partita. Peccato che non sia ancora arrivata la convocazione col Brasile, alla quale Arthur punta in maniera decisa. Senza nazionale, Arthur rimarrà al Viola Park per recuperare energie e preparare al meglio la sfida contro il Milan, al Meazza, alla ripresa del campionato. E magari si gusterà in tv uno scontro che è un super classico: quello in programma settimana prossima tra il suo Brasile e l’Argentina di Messi ( ma anche di Gonzalez e Quarta), in una gara che vale un pezzetto di qualificazione ai prossimi Mondiali. Rassegna alla quale Arthur punta, così come naturale che sia per un giocatore da sempre sotto i riflettori e che adesso è tornato a prendere le redini del suo destino. Gli applausi col Bologna non sono un caso. Arthur è sempre più vicino ai livelli più alti della sua carriera. Lo scrive Repubblica.