“Sa cosa mi dicono al bar, per strada, quando vado al ristorante? Mi dicono: ‘Giancarlo, bentornato in famiglia’. Per me è come riconquistare l’amore della mia vita. Non è stato facile in questi anni. Cosa provereste incontrando ogni giorno la donna che ti ha fatto battere il cuore senza poterci stare insieme? Bernardeschi? Il gol che ha segnato contro il Napoli mi ha ricordato quello che realizzai io con la maglia della Nazionale contro la Grecia, nel dicembre del 1980. Uno strappo in verticale e una fucilata da fuori. Di diverso c’è solo il piede. Lui è tutto sinistro, io “picchiavo” con il destro”.
“Mi ha conquistato la passione di Andrea Della Valle. Lui è veramente un tifoso. Fin dal nostro primo incontro mi ha fatto sentire uno di famiglia. Sono pronto a dare una mano, ma nessuno mi chieda miracoli. Penso che la Fiorentina abbia tutto per vincere una Coppa. E con il nuovo stadio e la Cittadella ci sarà la possibilità di fare un salto di qualità. Ne sono convinti sia Andrea Della Valle sia il presidente operativo Cognigni
Sousa è un allenatore moderno, preparato, che fa giocare bene le sue squadre. Ma è chiaro che gli allenatori devono fare i conti con i risultati. Questo vale per Mourinho e per Sousa
Su Corvino: “Per lui parlano i risultati. Anche con poco budget a disposizione ha portato giocatori interessanti. Borja Valero è il riferimento perfetto per i tanti giovani viola di talento”.
Sull’obiettivo della Fiorentina: “Il sesto posto. E andare più avanti possibile in Coppa Italia e in Europa League. Sarebbe bello anche vincere qualcosa con la Primavera”.
Giancarlo Antognoni si racconta così alla Gazzetta dello Sport