Fuori dal gioco, fuori condizione, anonimo o quasi, spaesato nel ruolo: la consolazione per la Fiorentina e i tifosi viola è che quello visto in queste cinque partite non è il vero Sofyan Amrabat e, quindi, chi immagina un futuro migliore non si nasconde che all’appello manca comunque l’acquisto più costoso e importante a livello qualitativo dell’ultimo anno.
Impegno, disponibilità e partecipazione non gli hanno certo fatto difetto ad Amrabat nei 438 minuti disputati e nulla gli si può rimproverare. Diverso, semmai è il rendimento è lì che entra in ballo l’aspetto tattico. Che il centrocampista ex Hellas non sia un regista nel senso classico del termine è fuori discussione. Non ha tempi di gioco per farlo, i movimenti e le caratteristiche fisiche per accompagnagnare quello che la testa suggerisce ai piedi, è nel mezzo dove l’ha schierato Iachini un po’ per scelta e un po’ per necessità, si è smarrito più che ritrovato e la Fiorentina ne ha risentito in maniera pesante. Questo non vuol dire che tutte le colpe siano di Amrabat, nonostante ci si aspettasse comunque di più da lui.
Il rientro a tempo pieno di Pulgar e/o la svolta tattica che sarà in ogni caso, consegneranno alla Fiorentina un “nuovo” Sofyan. Nuovo-Vecchio, per la precisione. Quello ricco di entusiasmo e di presenza scenica, di forza e concretezza che spazzava via gli avversari con facilità irrisoria. Lo riporta il Corriere dello Sport.