18 maggio 1990: nel cuore e nelle menti di molti tifosi questa data resta impressa come un marchio scolpito col fuoco. Sì perché quel giorno, a ridosso della finale di Coppa Uefa vinta dalla Juventus contro la Viola non senza molte polemiche per la direzione di gara, il procuratore del divin codino, Caliendo, annuncia l’inaspettato. Baggio passa agli odiati rivali per 25 miliardi di lire ed in città si scatena un pandemonio, stante l’incontenibile delusione dei supporters gigliati, manifestata specialmente nei confronti del presidente Pontello.
Scelta della società, scelta del giocatore: poco importa. Poi, il 7 maggio 1991 lui torna a Firenze, indossando la maglia bianconera, e rifiuta di calciare un rigore contro la Viola. Qualcuno gli lancia una sciarpa dagli spalti: è della Fiorentina e lui se la mette al collo. Lo stadio è letteralmente spaccato a metà. Quello che resterà per sempre è il ricordo di un campione che ha fatto sorridere e disperare allo stesso tempo, finendo per sortire una risultato unico: un’intera città che si ferma per un calciatore.