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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Zittire la curva è una cosa, portarsi le mani all’orecchio, un’altra. A noi basta che tu segni e ti comporti da uomo

Lo Scugnizzo Viola

Zittire la curva è una cosa, portarsi le mani all’orecchio, un’altra. A noi basta che tu segni e ti comporti da uomo

Francesco Pistola

28 Ottobre · 15:10

Aggiornamento: 28 Ottobre 2022 · 15:49

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ha sempre esultato portandosi il dito all’orecchio

La Fiorentina vince e passa il turno. Se da seconda o da prima lo scopriremo all’ultima giornata. Questo basta. Per come si era messo il girone, possiamo ritenerci soddisfatti.

La cosa che tiene banco però in queste ore, è la “presunta” spocchia di Luka Jovic nelle sue esultanze. Fin quando parliamo di “ditini” portati al naso mi trovate d’accordo, un calciatore che fino a poco fa segnava pochissimo, certi lussi non se li può permettere. Ci eravamo già passati con Giò Simeone mi sembra, e Jovic non è ne il primo ne l’ultimo a cui vedremo fare certe cose.

Per quello che riguarda invece il dito portato all’orecchio possiamo tranquillamente chiudere la “querelle” qui, adesso. E’ semplicemente la sua esultanza, da sempre. Io direi di concentrarci su altro, ovvero sul percorso intrapreso in campionato.

Ieri la partita si poteva vincere almeno 5-1, perché sia il buon “ditino” Jovic e sia Ikonè si sono divorati almeno tre gol. Certo uno di questi sarebbe stato in fuorigioco ma questi episodi ci fanno capire che i giocatori giocano con la paura. Paura di sbagliare, paura di contradire il proprio allenatore, e soprattutto paura di deludere noi tifosi.

Alla fine dei conti il risultato è arrivato, la qualificazione intascata e che si è visto si è visto, ma gli attaccanti in special modo devono necessariamente segnare di più. Come dicevo prima, non puoi divorarti tre gol a partita, perché prima o poi ti purgano.

Questo è avvenuto moltissime volte in campionato e di meno in conference, ma è avvenuto ugualmente, e qui che bisogna lavorare. Sotto porta devi segnare, punto. Dietro devi fare meno cappellate possibili, Gollini docet.

Se il cammino in conference ormai è archiviato, il campionato di serie A deve ancora decollare. Dieci miseri punti raccontano una profonda crisi. Se non ci diamo una smossa rischiamo seriamente, non tanto la serie B, ma l’ennesimo campionato anonimo della gestione Commisso.

Direi che siamo stanchi di aspettare sempre. “E vabbè, vediamo il mercato di gennaio e poi parliamo”, “E vabbè Cabral lo dobbiamo aspettare”, “E vabbè Ikone prima o poi esploderà”, “E vabbè Gonzalez dopo l’infortunio farà tanti gol”.

E vabbè un corno! Siamo stanchi di aspettare e di fare da psicologi, non vogliamo più chiederci perché Jovic porti il suo “ditino” dove gli pare, vogliamo solo tornare ad essere la Fiorentina, la quinta forza della serie A, ci vogliono tanti soldi? No, ci vuole programmazione, libertà e soprattutto fiducia nei propri uomini. Commisso lasci fare ai suoi uomini mercato il proprio lavoro senza intromissioni varie nelle decisioni finali, e se deve abbozzare su qualche procuratore, abbozzi pure ogni tanto, e ci regali qualcosa di concreto.

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