Se l’avvio di stagione della Fiorentina è stato tutto fuorché esaltante, ancor peggio lo è stato quello di Lucas Beltran, autore di alcune prestazioni decisamente opache. Con l’arrivo di mister Palladino, l’attaccante argentino è scalato nelle gerarchie, superato davanti da un fin qui incandescente Moise Kean, mentre sulla trequarti da Colpani, Sottil, ma soprattutto da Albert Gudmundsson, che sarà titolare inamovibile nello scacchiere di Palladino.
Facciamo un passo indietro. Le buone prestazioni di Beltran con Vincenzo Italiano sono ancora nei nostri occhi, soprattutto quando l’ex allenatore viola ha iniziato a schierarlo sulla trequarti invece che da centravanti. Alla prima stagione in Europa, il classe 2001 ha collezionato 51 presenze totali, mettendo a referto 10 gol e 3 assist. Certo, numeri non esaltanti, ma nemmeno negativi. Inoltre, con Italiano Beltran si era messo in mostra per caparbietà, entusiasmo e voglia di incidere, tutte caratteristiche apprezzate da gran parte tifoseria viola.
Con mister Palladino, purtroppo, le cose sembrano essere cambiate. Anzi, peggiorate. Innanzitutto, il giovane tecnico gigliato vede Beltran centravanti, quindi ideale sostituto di Kean. E in quel ruolo, il numero 9 della Fiorentina si è reso protagonista di una prestazione fantasma contro la Puskas Akademia a Firenze, partita in cui si è visto davvero poco (se non mai). Così, Palladino l’ha sostituito all’intervallo, inserendo Kean che, poco dopo, ha pure segnato.
Le cose non sono certamente andate meglio ieri, quando Beltran è sceso in campo dal primo minuto, ma alle spalle di Kean, nel ruolo in cui anno scorso ha fatto bene. Tuttavia, l’argentino è apparso fin da subito nervoso, fuori dal gioco e meno grintoso del solito. Il risultato? Una prestazione scadente, quasi da brividi, condita da errori su errori tra sponde, passaggi e appoggi sbagliati. Unico squillo? Un colpo di testa, finito di poco a lato.
Dunque, la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto il Beltran che tutti noi conoscevamo? Per ora, l’argentino sembra aver mandato in campo il “gemello scarso”. Non a caso, sono solo 114 i minuti giocati in 5 partite, in cui non si è praticamente mai fatto notare. Urge un cambio di passo, perché se Kean prende un raffreddore la Fiorentina ha bisogno del suo numero 9.
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