Novanta giorni per rispondere alla lettera che la Fiorentina ha trasmesso una settimana fa. E considerando che il tono di Commisso degli ultimi giorni è piaciuto davvero poco a Franceschini, è verosimile che il Ministero dei Beni culturali si possa prendere tutti e tre i mesi previsti dalla legge, o quasi, per rispondere, considerando anche il fatto che la leggessi bilancio dello Stato comincerà a diventare la parità di tutti i dicasteri tra una quindicina i giorni. Non è detto che il patron viola tradisca la risposta che riceverà, ma se anche la ritenesse soddisfacente è comunque un percorso a ostacoli quello che attende le sue mire e il destino della ristrutturazione del Franchi: l’atto con cui il Mibact si pronuncerà sulla richiesta di ACF Fiorentina sull’interpretazione della legge.
Per questo quel che tutti si aspettano è che quell’atto qualora faccia delle aperture rispetto alle idee di Commisso di demolire in buona parte l’impianto, venga impugnato di fronte al Tar dai “nemici2 del rifacimento del Franchi. Il tribunale amministrativo regionale potrebbe ritenere legittima meno la posizione del Mibact ma comunque passerebbero mesi prima di un verdetto. Con la conseguenza che se, per i poteri, la risposta del Ministero alla Fiorentina arrivasse in gennaio e immediatamente fosse impugnata, prima di altri 3-4 mesi, ben che vada, la progettazione del nuovo Franchi non potrebbe partire.
E la legge approvata a settembre potrebbe non essere sufficiente: i critici da mesi ne sostengono l’incostituzionalità e potrebbero porre ala questione nel ricorso, spingendo il Tar ad interpellare pure la Corte Costituzionale per un pronunciamento che avrebbe tempi lunghi ed esito incerto. La pista di Campi Bisenzio negli ultimi mesi è finita in secondo piano, come del resto l’opzione Ridolfi. Lo scrive Repubblica.
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