Poco più di mille chilometri separano Celje da Lione, ma la serata europea di giovedì ha reso la località slovena e quella francese mai così vicine. Il motivo? La risposta è in un nome: David De Gea. Il recupero del secondo tempo di Celje-Fiorentina e Lione Manchester United — quest’ultima valevole per i quarti di Europa League — ha inciso sul risultato finale in modo indelebile, con il portiere spagnolo protagonista, in un modo o nell’altro, su entrambi i campi: da una parte con la sua presenza tra i pali, dall’altra con un’assenza che continua a pesare. Prima di tutto i fatti. Al 95’ della sfida di Lione Onana, attuale portiere dei Red Devils e già autore di un errore marchiano sul gol del provvisorio 1-0 dei francesi, ha risposto goffamente a una conclusione di Mikautadze , spianando la strada al definitivo 2-2 di Cherki.
Quasi in contemporanea, nella piccola cittadina slovena, all’alba del 97’ De Gea si è immolato sulla conclusione di Edmilson respingendo in stile hockey il tentativo del brasiliano e salvando l’1-2 finale. Il post partita ha visto i tifosi dei Red Devils, con il video della parata di De Gea sempre più virale, ribellarsi al presente: «Passare da De Gea a Onana è stato un enorme downgrade», «il più grande errore nella storia del club», si leggeva su X, mentre l’orgoglio regnava sovrano tra i commenti dei supporter gigliati, dopo l’ennesimo risultato blindato grazie al numero 43. «Un passo più vicino», ha scritto De Gea su Instagram, tracciando l’orizzonte verso la finale di Breslavia per irrobustire una già ricca bacheca da 10 trofei vinti, con due Europa League e una Supercoppa europea comprese. Già, l’Europa. Contro il Celje De Gea ha raccolto la seconda presenza della sua Conference (oltre a 2 gettoni nei preliminari) dopo averne collezionate 41 in Europa League e 55 in Champions.
Il portiere spagnolo, così, potrebbe raggiungere quota 100 nelle tre competizioni europee nell’eventuale semifinale d’andata e magari proprio nella sua Spagna, se il Betis e la Fiorentina dovessero confermare quanto fatto nei primi 90 minuti (i biancoverdi hanno superato in casa 2-0 lo Jagellonia). Nella fase ad eliminazione diretta De Gea ha subito gol solo su rigore — nel ritorno con il Panathinaikos e con il Celje — parando tutti e 4 i tiri in porta ricevuti e salendo così a un più che ragguardevole 75,7% di parate sulle conclusioni nello specchio subite (rigori esclusi) in stagione.
Nel piccolo catino sloveno il classe 1990 ha certificato la sua capacità di eccellere indipendentemente dal contesto e dall’avversario: che sia contro il Milan (con prestazioni leggendarie sia in casa che a San Siro), contro la Puskas Akademia in un preliminare d’agosto o contro la cenerentola Celje poco importa, De Gea logora chi non ce l’ha e inorgoglisce chi può fregiarsi della sua presenza. Un passo alla volta, ma con lo spagnolo sognare è a dir poco un dovere. Non a caso, la Fiorentina è pronta a mettere nero su bianco il rinnovo di contratto («È abbastanza giovane per restare con noi», ha detto ieri Commisso alla Rai): i viola hanno una clausola per allungare l’intesa di altri 12 mesi (ad ingaggio raddoppiato), ma il club non vuole agire da solo e aspetta di decidere insieme al suo super portiere il da farsi. I tifosi sperano: super De Gea, da queste parti, è già un beniamino. Lo scrive il Corriere fiorentino