Non ho mai creduto che esistesse veramente una qualche entità metafisica, non ho mai creduto nel destino, non ho mai creduto in niente che non fosse l’uomo. Alle 13:00 di oggi, però, mi sono sentito uno stupido. Non può non esistere qualcosa, non può.
Minuto 26, calcio d’angolo della Fiorentina, Vitor Hugo vola in cielo, letteralmente, e schiaccia il pallone in rete. Boato. Lacrime. Poi la folgorazione, sono le 13:00 in punto, il numero di Davide, e ha appena segnato Vitor Hugo, il suo sostituto, diventato da oggi titolare, che indossa la maglia numero 31, ovvero il contrario di 13.
Troppo in alto ha saltato Hugo, troppo forte ha schiacciato il pallone per credere che questo gol sia stato frutto della forza di un solo uomo. No, a segnare quel gol sono stati in due, c’era per forza anche Astori in mezzo all’area di rigore, giocavamo in 12.
Dio esiste, e dopo il gol fa piangere il cielo, piove, e, signori, stiamo piangendo tutti.
Grazie Davide, grazie per queste lacrime, grazie di tutto, grazie per questo ultimo gol.
Tommaso Fragassi