Kean spinge la Fiorentina lassù, dove se soffri di vertigini non ci puoi arrivare. Ma la squadra di Palladino mica ce l’ha questo problema. Macchè. E così con la settima vittoria consecutiva (due di Conference e ben cinque in campionato) spunta lassù, a tre punti dalla vetta con i piedi ben saldi in zona Champions e con lo stesso passo della super-Atalanta. Tornano Comuzzo e Kean nella Fiorentina anti-Toro, con Palladino che conferma due soluzioni tattiche utilizzate contro il Genoa: mediana con Richardson e Bove (senza Adli) e Sottil in linea con Beltran e Colpani. Il Torino si affida a Vlasic e Sanabria per provare a uscire dal periodo no, ma perde subito (ko) l’altro attaccante Adams.
Partita statica per oltre mezz’ora. La Fiorentina si propone un paio di volte con Sottil ma senza la cattiveria giusta. Dodo sulla corsia di destra ha un ritmo ridotto (stanchezza), mentre Kean sgomita e si dibatte nella tenaglia ‘personale’ Maripan-Coco.
Già, ma per imbrigliare uno come Kean ci vogliono lacci d’acciaio e infatti alla prima sbavatura della difesa granata, l’ex bianconero è potente e scientifico nello sfruttare l’occasione. Maripan si fa prendere il tempo e manda in tilt anche l’uscita di Milenkovic Savic, e Kean porta i viola in vantaggio. Si riparte e il Toro, proprio con Maripan manda la palla alle spalle di De Gea: il granata è in fuorigioco.
La ripresa si apre con un Torino che vuole riaprire la partita. Siamo vicini al minuto 20 quando Palladino prova a ridare ossigeno alla squadra con Kouame e Ikonè al posto di Sottil e Colpani. Fuori anche Richardson per Adli. Tutto questo perchè il Toro è più aggressivo: e il palo colpito da Pedersen ne è la dimostrazione. La Fiorentina pareggia subito il conto dei pali con Mandragora su punizione calciata appena 50 secondi dopo il suo ingresso in campo. Roba da record. Come il cammino di questa Fiorentina. Lo scrive La Nazione.