Ci risiamo. E la maledizione delle sfide con le ‘piccole’ colpisce ancora. Effetto, immediato, del pari senza gol ma superfarcito di sbadigli con il Parma, è il maxi-passo indietro nella corsa all’Europa che vale qualcosa in più della Conference. Gioco e idee sono state solo un miraggio nel match sotto la pioggia di ieri. E dopo il 90′ alzi la mano chi non ha pensato: se invece del Parma ci fosse stata una big… Concetto che non fa una piega. Punto. Kean e Gud, ma anche Marì in difesa e Dodo sulla corsia di destra: tutti dentro e quindi formazione tipo nell’assetto tattico (3-5-2) con cui Palladino sfida il Parma.
Emiliani che (in campo con il 5-3-2) si affidano alla scatto di Bonny e Pellegrino per cercare profondità. Sono Bernabè e soprattutto Keita a dare i primi squilli al match senza però mettere in seria difficoltà De Gea. Zero (e siamo già alla mezz’ora) incursioni, invece, per la Fiorentina che appare stanca a livello fisico e forse paga il rincorrersi delle partite, ovvero la Conference. L’unico a spingere è Dodo che però è impreciso al momento di cercare l’appoggio giusto per Kean o Gud. E’ allo scadere i viola realizzano il primo affondo apprezzabile su traversone ancora di Dodo, mentre Parisi e Kean non riescono a intercettare, anticipati.
La ripresa si apre con Kean che che si divora (anche gli eroi a volte sbagliano) una palla al bacio di Mandragora, bravo a dialogare con Gud che aveva fatto partire l’azione. Il Parma rimane sigillato nella propria metà campo e questo permette alla Fiorentina di guadagnare metri importanti. Ma non basta. Bonny è in posizione di fuorigioco (17′) quando calcia a rete, ma l’episodio è da raccontare perchè in ogni caso a risolvere era stato De Gea con una delle sue magìe. Il passo gara non cambia. A farsi rivedere sono Kean (ancora impreciso) e Dodo (che vede la porta ma anche il numero uno del Parma, Suzuki). Poi il buio. E uno 0-0 che fa male come un ko. Lo scrive La Nazione.