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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
MARKO PJACA, ACQUISTO BIPOLARE. CON MIRALLAS LA SQUADRA E’ FATTA, PIOLI VEDE FINALMENTE L’EUROPA. L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI.
Editoriali

MARKO PJACA, ACQUISTO BIPOLARE. CON MIRALLAS LA SQUADRA E’ FATTA, PIOLI VEDE FINALMENTE L’EUROPA. L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI.

Stefano Borgi

4 Agosto · 00:29

Aggiornamento: 4 Agosto 2018 · 00:47

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Dicesi “disturbo bipolare” quella patologia caratterizzata dall’alternanza tra stati emotivi diversi. Della serie, un giorno sei felice, l’altro meno. Un quarto d’ora sei in un modo, l’altro sei al contrario. Cosicchè la tua mezzora risulti varia ed eventuale, come la scaletta di un’assemblea. L’acquisto di Marko Pjaca è un po’ così, pone la tifoseria viola in uno stato di bipolarismo mentale: apprendi la notizia e sei felice, fai i castelli in aria. Poi pensi… ma sarà buono? Le sue condizioni fisiche saranno buone? E poi, se la Juve l’ha dato via, ci sarà un motivo… Passa qualche minuto e pensi ancora: tra qualche giorno arriva a Firenze un vice-campione del mondo. Ha giocato poco, è vero, ma nel tabellino della finale c’è pur sempre un calciatore della Fiorentina. E sorridi. Si ma (rimugini ancora, dopo un altro quarto d’ora) se l’anno prossimo va bene, la Juve ce lo ricompra: a 28 milioni di euro, contro il nostro riscatto di 25. Che, considerando il prestito oneroso di 2 milioni, significa che io Fiorentina ho tenuto un calciatore per un anno, l’ho valorizzato, l’ho fatto crescere, e ci guadagno solo tre milioni. Al netto dello stipendio (pagato dalla Fiorentina) che abbassa ulteriormente la convenienza economica. Per di più l’anno prossimo me ne devo cercare un altro. E allora non sorridi più. A questo punto, come la ricreazione a scuola, la mezzora bipolare finisce… all’improvviso. Troppo presto. Una mezzora fatta di gioia e disperazione, più o meno come la storia della Fiorentina.

Alla luce di tutto questo, Marko Pjaca è perfetto per i fiorentini, incarna il nostro ballottaggio tra plebe e patriziato, tra miseria e nobiltà. Sempre, però, all’insegna del bello, della classe, dell’eleganza. Ed anche qui, Pjaca è l’ideale: il croato nasce ala, da utilizzare su entrambe le fasce, può giocare centrocampista, all’occorrenza seconda punta. E’ rapido e veloce, sa fare il doppio passo (ne ha fatto uno anche nei pochi minuti disputati nella finale contro la Francia, personalmente lo ritengo un gesto tecnico di primissima qualità…) Ha voluto fortissimamente Firenze, ed in un periodo di rifiuti e meri inseguimenti al vil denaro, non è davvero poco. Pjaca, insomma, ha tutte le caratteristiche per far innamorare Firenze: giovane, belloccio, buona corsa, pulizia di tocco… Si, proprio una scelta perfetta.

Marko Pjaca è l’ideale anche per Stefano Pioli. L’idea originale è farlo giocare come esterno sinistro, in un 4-3-3 classico. Però la duttilità tecnica di Pjaca offre a Pioli anche delle alternative, a seconda di come si schierano difesa e centrocampo. Anche in questo caso, l’idea originale è la difesa a quattro, con Milenkovic a dx, Pezzella e Vitor Hugo centrali, Biraghi a sx. E’ ovvio che tra Biraghi (o Hancko) e Milenkovic (o Laurini) c’è un abisso di caratteristiche: di spinta i primi due, di contenimento i secondi. Poi c’è Diks che è un mondo a parte, essendo terzino destro di spinta… Con Milenkovic a dx la difesa spinge a tre ma difende a quattro, e a questo punto Pioli potrebbe strambare in un un centrocampo a due (Veretout, Norgaard) visto che sembra scontata la rinuncia al regista. Benassi e Dabo sarebbero le due alternative. Centrocampo che diventa a tre quando sale Biraghi (in alternativa Gerson), e davanti le tre mezze punte dietro a Simeone. In pratica un 4-2-3-1. Che addirittura potrebbe trasformarsi in un 3-4-2-1 con Chiesa che si abbassa quarto a destra, lasciando Mirallas e Piaja a supporto di Simeone.

Unico neo, (lo diciamo per correttezza, pur in un contesto positivo), questa storia dei prestiti secchi e delle “recompre”… non ci convincono. Massimo rispetto per il lavoro di Corvino, che probabilmente è l’ultimo colpevole di questa situazione, ma la squadra manca di progettualità, l’impressione è che si lavori più per gli altri (Gerson e Pjaca), che per se stessi. Oppure che il brodo venga allungato in attesa di tempi migliori. Ma tant’è… intanto per il 19 agosto la Fiorentina è pronta. E’ una squadra, quella viola, equilibrata, un gruppo unito, temprato da amicizie e sventure. Un gruppo che si conosce e si vuole bene. A Marassi mancherà Veretout per squalifica, ma le alternative non mancano. Pioli può guardare con fiducia al piazzamento europeo, stavolta da conquistare sul campo.

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