Effetto domino. È quello che fin da mercoledì ha iniziato inarrestabile la sua corsa, non appena la Fiorentina ha ufficializzato il rinnovo di Raffaele Palladino fino al 2027. Una mossa a sorpresa che intanto ha sancito due cose: che il tecnico, rispetto al predecessore, gode di una fiducia se possibile maggiore da parte della proprietà (il prolungamento di Italiano al termine della sua prima stagione in viola arrivò ben oltre il termine del campionato, ovvero a fine giugno 2022) e che d’ora in poi il mister campano avrà più autorevolezza agli occhi sia del suo spogliatoio che dell’area tecnica, con la quale dovrà iniziare a impostare le prossime strategie di mercato.
Sotto l’aspetto salariale, l’ingaggio di Palladino (1,6 milioni netti a stagione) non cambierà: solo se la Fiorentina centrerà alcuni traguardi, entreranno in gioco ricchi bonus che si sommeranno al suo stipendio. Ma è piuttosto sotto il profilo delle valutazioni tecniche che, d’ora in poi, il pensiero dell’allenatore avrà un peso maggiore: sia chiaro, fin qui quasi ogni richiesta dell’ex Monza è stata esaudita (gli acquisti di Kean, De Gea e Gosens l’estate scorsa ne sono la riprova, così come l’«epurazione» della vecchia guardia portata avanti a gennaio con gli addi di Biraghi e Quarta) ma la sensazione è che, dopo l’attestato di fiducia che Commisso ha dato al mister, le richieste che arriveranno da Palladino dovranno essere ancor più ascoltate. Difficile per ora fare previsioni anche se tutto lascia pensare che la frase pronunciata mercoledì («Abbiamo iniziato un percorso a luglio che vogliamo finire bene, poi ripartiremo più forti di prima») alluda al fatto che l’allenatore si aspetta che tutti i big della rosa vengano confermati.
A cominciare da Kean, col quale Raffaele ha instaurato un feeling speciale che ha permesso al bomber di trasformarsi in una delle punte più forti d’Europa. Finita qui? Certo che no: visto che uno dei temi più caldi della prossima estate sarà quello legato a Gudmundsson, col quale invece non sembra esserci troppa intesa: «Vorrei restare, ma non dipende da me» ha raccontato l’islandese: mai come stavolta, dunque, l’opinione del tecnico sarà decisiva. E lo stesso varrà sia per i tanti prestiti che rientreranno a Firenze (nessuno pare avere chances di conferma) sia per i giocatori col contratto in scadenza al 30 giugno: Colpani, a sorpresa, è tra i candidati alla permanenza, all’interno di un progetto che lo veda trasformato in mezzala. Lo scrive La Nazione