Beppe Iachini è stato un giocatore molto amato a Firenze, quando indossava la maglia viola, dal 1989 al 1994, era uno dei beniamini del pubblico per la sua tenacia in mezzo al campo in una piazza dove questo viene sempre riconosciuto e apprezzato tantissimo. Anche quando tornava al Franchi, prima da giocatore che da allenatore, l’affetto non è mai mancato e la Fiesole gli faceva sempre sentire il coro a lui dedicato.
Poi, da allenatore, alla Fiorentina ci è tornato e non è andata molto bene, esonerato e poi richiamato qualche mese dopo per finire la stagione da lui stesso cominciata e programmata. La sua Fiorentina giocava male, faceva pochi punti e si ricordano anche i tanti strafalcioni fatti come quello di consegnare la fascia da capitano a Chiesa il giorno prima che si trasferisse alla Juventus. Uno smacco mai dimenticato e mal digerito dalla società.
Il primo anno non deve ingannare il decimo posto finale, punti conquistati nelle ultime partite senza pubblico e senza valore che gli hanno permesso di scalare la classifica, ma la squadra fu addirittura in lotta per la retrocessione fino a poche giornate dal termine del campionato. Il secondo anno l’inizio fu un disastro, poi richiamato per terminare la stagione dopo le dimissioni di Prandelli quando ormai mancavano pochi punti alla salvezza. Dopo quella esperienza, escluso il Parma in serie B, dove anche li le cose sono andate malissimo, nessun club lo ha più chiamato in serie A. Tante squadre lo hanno messo nella loro lista in caso di ribaltoni a stagione in corso ma mai nessuno lo hai mai scelto.
Iachini ha pagato caro l’esperienza sulla panchina della squadra di Firenze, certamente il punto più alto della sua carriera ma anche quella che, a conti fatti, l’ha bloccata a causa dei risultati.
LE PAROLE DI MONTELLA A SPORTWEEK