Le regole da rispettare, in primis, e i calciatori della Fiorentina stanno mantenendo un regime comportamentale molto scrupoloso anche su direttiva della società e dello staff medico. Poi, però, se sei un atleta professionista ci sono un altro paio di elementi da portare avanti: la condizione atletica, per quanto possibile, nonché la tutela “psicologica” e il senso di appartenenza all’interno del gruppo, che sono elementi altrettanto fondamentali in uno sport di squadra qual è il calcio e ancora di più nella situazione attuale in cui il contatto quotidiano è stato giustamente accantonato. A questo secondo aspetto, ci pensano i più esperti della squadra, i pochi più “vecchi” per anagrafe (l’età media della Fiorentina è molto bassa per la presenza di tanti giovani e giovanissimi in rosa) che mettono la loro esperienza e il loro peso nello spogliatoio al servizio degli altri. Capitan Pezzella su tutti, per “gradi” e per predisposizione naturale, che sfrutta la chat del più noto servizio di messaggistica per informarsi, per sincerarsi delle condizioni di ciascun compagno, per condividere qualche buon consiglio e qualche indicazione non necessariamente calcistica. Anzi, è la stessa chat con “amministratore” il team manager Marangon per le comunicazioni “ufficiali” del club, ma è diventata il filo invisibile che tiene unita la Fiorentina e su cui scorrono le parole di Badelj, che del gruppo è uno delle guide riconosciute avendo fatti propri e trasmessi i valori lasciati in eredità da Davide Astori con esempi “silenziosi” e precisi, o di Caceres e Terracciano che sono altri due “senatori” ascoltati. Ma si racconta di una partecipazione corale in cui si scambiano idee e propositi, sensazioni e sicuramente anche timori, il tutto all’insegna dell’unione ancor più salda. Per tutto il resto c’è Ribery, nel senso che a proposito di leader, il francese è diventato il faro dentro al gruppo fin dai giorni immediatamente successivi al suo arrivo a Firenze. Lo riporta Il Corriere dello Sport.