Il caso stadi mette in ombra l’altra vertenza della vigilia di campionato: la riduzione dei tamponi. La Federcalcio si augura che possa arrivare nei prossimi giorni una risposta positiva da parte del Cts. Si tratta di una sola richiesta: effettuare il test molecolare, particolarmente invasivo, ogni otto e non più ogni quattro giorni. La richiesta riguarda il protocollo di tutto il calcio professionistico (quello dilettantistico è diverso) adottato però in queste settimane di ripartenza anche dal campionato femminile. Il problema non è solo l’invasività di esami così ripetuti, ma anche la sostenibilità economica di queste regole. Martedì scorso, è stato proprio Giuseppe Pierro, capo del dipartimento Sport del ministero di Spadafora, a chiedere al Cts una risposta positiva anche in base a un calendario meno affollato di partite. Si potrebbe anche prendere in considerazione l’utilizzo di altri tipi di esami, per esempio i test sierologici (che ora vengono effettuati ogni 14 giorni). Quanto al resto del protocollo, con la quarantena soft, tutto rimane come prima. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
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