Continuano i controlli all’ospedale di Careggi per Edoardo Bove. Il centrocampista della Fiorentina ha cambiato reparto, spostato in una sezione di emergenza minore rispetto alla terapia intensiva del pronto soccorso. Adesso i medici dovranno indagare su quella cicatrice emersa durante le risonanze magnetiche, partendo anche dal DNA e dal passato dell’ex Roma.
Bove ha sempre effettuato i controlli di rito a Roma e mai era apparso agli occhi dei medici qualcosa da segnalare. Per legge, basta avere un certificato precedente valido per la FIGC, motivo per cui la Fiorentina non ha effettuato nessun controllo ulteriore rispetto a quelli effettuati dalla Roma all’inizio di questa stagione. Da Careggi descrivono Bove come irritato e incredulo, soprattutto per tutto questo clamore. Vorrebbe essere trattato come un giocatore fermo ai box.
Adesso servirà un mese per effettuare tutti le analisi del caso. E soprattutto, capire se potrà tornare o meno in campo che non è la priorità della famiglia e del ragazzo. Il caso sembra essere molto simile a quello che colpì Eriksen durante gli Europei. In quel caso, fu inserito un pacemaker sottocutaneo. In questo modo, Bove non potrebbe giocare più in Serie A, ma la sua carriera potrebbe continuare all’estero senza problemi. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.