“Tiene il ritmo col Milan, fa a pugni fino alla fine, poi si arrende. Paga errori individuali e un attacco non esattamente killer.”. Questo il commento de La Gazzetta questa mattina sulla Fiorentina contro il Milan. Questa la partita raccontata dalla rosea:
“Rafa Leao non è stato schierato in R campo, è stato esposto, come si fa con i capolavori degli Uffizi. A Firenze, città d’arte, il portoghese ha dipinto una vittoria importantissima per la stagione rossonera: secondo posto blindato, Juve sprofondata a -6, la Roma, quinta, con una partita in meno, distante 14 lunghezze. Leao ha sbloccato la partita a inizio ripresa con un assist di tacco per Loftus Cheek e l’ha chiusa con una cavalcata spettacolare. Ma già nel primo tempo, in cui il Milan ha sprecato troppo, Leao aveva fatto tanto. La miglior versione del portoghese: continuo e concreto. Stavolta il tacco non era cipria, ma sostanza. Ma non solo Rafa. Il Milan è piaciuto per la sicurezza tattica del primo tempo e per la sofferenza con cui ha difeso la vittoria nel secondo. Decisivo Maignan, bravi Reijnders e Chukwueze che sta sbocciando e sta mettendo finalmente in atto il piano estivo: due ali forti. Brava la Fiorentina che ha sofferto nella prima mezz’ora, ma ha risposto subito al vantaggio e con un finale impetuoso non avrebbe demeritato il pari. E’ in lotta su tre fronti. Ieri ha dimostrato di poterli onorare tutti. Partita bellissima, intensa, come raramente offre la Serie A. Lo prendiamo come un regalo di Pasqua.
Italiano preferisce la forza di Duncan alle geometrie di Arthur. Ikoné e Kouamé vincono la concorrenza di fascia su Gonzalez e Sottil. Il senso non cambia: con Beltran al centro del tridente, sotto Belotti, è un 4-2-3-1 molto ambizioso. Pioli non si specchia, perché, al solito, stropiccia lo schema: Reijnders si alza subito rispetto a Bennacer, ma dire 4- 1-4-1 non basta. Calabria e Florenzi si accentrano in mediana, i centrali Thiaw e Tomori si allargano e formano il quadrato di costruzione, completato dalla regia bassa di Bennacer. Cinque rossoneri impostano, cinque aspettano per rifinire e attaccare, ma senza fratture, perché la squadra riesce a restare corta. La mobilità delle funzioni toglie punti di riferimenti alla Fiorentina che fatica a calibrare il pressing. Per mezz’ora, il Diavolo imperversa. Occasioni limpide per Giroud (8’), Leao (12’), Chukwueze (17’) . Tomori (18’). Al 20’, Italiano, che ama tenere il pallone, soprattutto in casa sua, deve prendere atto che gli ospiti lo hanno gestito per il 65% del tempo. La Viola si sveglia verso la mezz’ora, quando mette a punto il pressing e quando il Milan cala di concentrazione.
Fiammata Ikoné. Il francese brucia Tomori e manda Belotti davanti a Maignan, provvidenziale (29’). Sullo sviluppo del corner, lo stesso Ikoné scheggia il palo e, un attimo dopo, una palla persa con troppa leggerezza da Bennacer arma di nuovo il Gallo. Il Franchi apprezza e trascina. Ma il Milan rimette in ordine i sentimenti e chiude il tempo nell’area viola, spinta da Leao che conclude due volte e offre un cioccolatino a Giroud. Il piattone alto di Olivier è la metafora perfetta della cattiveria offensiva mancata a un buon Milan che ha costruito tanto e sprecato troppo. È successo spesso in stagione. Ma l’ottimo Terracciano ci ha messo del suo. Al 2’ della ripresa, quando Leao crossa di tacco, su invito di Chuku, tornano in mente i 25 tiri a salve contro il Newcastle, ma Milenkovic combina la frittata di Pasqua: scivola a un passo dalla porta e Loftus-Cheek, alle sue spalle, spinge in rete: 1-0. Neanche il tempo di slacciare gli abbracci e la Fiorentina pareggia. Ottima sponda di Beltran per Duncan che sfreccia tra un bosco di maglie bianche e tuona in rete (5’). Bellissimo. Il gol gonfia d’orgoglio il Franchi e scaraventa avanti la Fiorentina alla ricerca del k.o. Ma se dall’altra parte ci sono le gambe di Leao è un delitto abbassare la guardia. Infatti…
Tanto distratto il Milan a concedere il pari dopo soli 3’, quanto feroce a riacciuffare il vantaggio dopo altri 3’. Leao salpa su invito di Reijnders e arriva fino in piazza della Signoria, lasciando ancora a terra il povero Milenkovic. La Fiorentina reagisce con rabbia e la partita, che già era bella, diventa bellissima. Si scatena un uragano viola. L’ombrello si chiama Maignan che al 19’ para da campione un tentativo di Belotti e al 28’ una parabola velenosa di Mandragora. Entra Nico Gonzalez. Più tardi parteciperà alla rincorsa anche Nzola. Pioli cambia le punte e rafforza la mediana con Musah. La Viola piace per l’impeto, il Milan anche per la capacità di soffrire. Il risultato non cambia più. Dopo due sconfitte, il Diavolo torna a vincere al Franchi e si carica d’ottimismo. La Fiorentina, che ha onorato il ricordo di Joe Barone, avrebbe voluto regalargli qualcosa di importante. Ma lo ha fatto: una prova di cuore vale anche più dei punti”
LE PAROLE DI ITALIANO IN CONFERENZA STAMPA
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