La Fiorentina riparte dalla Conference League con il dovere di crederci fino in fondo. Nonostante l’etichetta di “coppa dei poveri”, questa competizione rappresenta oggi una grande opportunità per una squadra che, dopo due finali perse e una campagna acquisti ambiziosa, ha bisogno di raccogliere risultati concreti. L’ottavo posto in campionato, infatti, complica la corsa all’Europa che conta, rendendo la Conference una strada quasi obbligata per dare un senso alla stagione e agli investimenti fatti.
Il doppio impegno tra campionato e coppa non consente scelte: la Fiorentina deve provare a vincere su entrambi i fronti. Il sorteggio ai quarti, contro il Celje, è favorevole sulla carta, ma guai a sottovalutare gli sloveni. Superare questo turno potrebbe spalancare ai viola le porte di una possibile terza finale consecutiva, alimentando speranze europee anche per la prossima stagione. In campionato, invece, molto dipenderà dai risultati delle concorrenti e dal numero di posti europei disponibili.
Rispetto alle stagioni precedenti, la rosa della Fiorentina è decisamente più attrezzata: Palladino può contare su rinforzi del calibro di Kean, Gudmundsson, De Gea, Fagioli, Cataldi, Gosens (attualmente infortunato) e Zaniolo, che la Conference l’ha già vinta con la Roma. Una squadra più profonda e di maggiore qualità rispetto a quella di Vincenzo Italiano, che aumenta le responsabilità ma anche le possibilità di arrivare fino in fondo. Lo scrive il Corriere dello Sport.