Dal viola all’azzurro il passo è stato breve anche se il percorso di Pietro Comuzzo non è stato di quelli più lineari. Lo ha sottolineato Raffaele Palladino dopo la vittoria contro il Verona. «Mi sembrava strano vederlo ancora in Under 20 senza esser preso in considerazione per l’Under 21». Dubbi leciti, cancellati dalla chiamata di Spalletti. Il ‘Soldato’ viola ieri ha vissuto il suo primo giorno fra i grandi. Moise Kean lo ha accompagnato passo dopo passo. Sono arrivati insieme, l’attaccante ha fatto gli onori di casa anche con Spalletti, che non si è lasciato scappare una battuta. «Stai attento Pietro perché ora fa gol a tutti, lo farà anche a te». Poco male, sarà solo in allenamento.
Comuzzo ieri si è allenato in palestra insieme a tutti i titolari dell’ultima giornata di campionato. Oggi sarà la volta della prima in campo a Coverciano con la nazionale maggiore. «È un onore essere chiamati in Nazionale perché quando uno gioca poi dà tutto – ha spiegato il difensore viola a Vivo Azzurro Tv -. Essere qui è un riconoscimento per ciò che sto facendo e una soddisfazione. Il calcio per me è tutto: lavoro, un modo per esprimermi e per essere felice. Colui che mi ha spinto a giocare è stato mio papà che faceva il portiere e mi ha trasmesso la sua passione». La perdita della mamma lo ha segnato profondamente. «Ho una spinta interiore a fare sempre meglio per lei. Certe volte avere persone care vicino a te sembra scontato ma poi da un momento all’altro le perdi».
Pietro si racconta anche fuori dal campo. «Quest’anno ho finito il liceo. Studio, mi piace leggere e sto spesso in casa a seguire tanti sport: Moto Gp, Formula 1, atletica, ciclismo, basket, tennis, mi piace tutto. Ora sto leggendo un libro legato al ciclismo. Un altro idolo è Lebron James, soprattutto per quanto lavora e per l’età che ha. In campo, l’ho detto, mi ispiro a Chiellini e alla sua leadership. Mi piacerebbe chiedergli qualche consiglio». Pietro continua a sognare. Sta arrivando tutto in fretta, ma c’è ancora tempo per aprire il famoso cassetto. «Vorrei giocare un Mondiale con l’Italia e magari anche vincerlo. A livello di club mi piacerebbe vincere la Champions League. Se bisogna sognare è bene farlo puntando più in alto possibile». Lo scrive La Nazione.