Da Chiesa a Chiesa, nel segno del rigore. Esattamente come nell’ultima gara al Franchi, quella del 30 settembre scorso contro l’Atalanta, la Fiorentina ha sbloccato il risultato col Cagliari grazie alla massima punizione assegnata al 58’.
Ma se contro l’Atalanta il presunto contatto tra il difensore dei bergamaschi Toloi e Chiesa aveva scatenato pesanti critiche all’arbitro Valeri, al mancato utilizzo del Var e al figlio d’arte stesso accusato di tuffarsi con troppa facilità, stavolta per Giacomelli non ci sono stati dubbi. Dopo il contatto tra Barella e il numero 25 viola, infatti, l’arbitro si è affidato all’aiuto del Var e subito dopo ha assegnato il calcio di rigore che Veretout ha realizzato in modo impeccabile.
Seconda rete stagionale per il francese che, proprio come contro l’Atalanta, non ha fallito dal dischetto sbloccando con freddezza un match fino a quel momento inchiodato sullo zero a zero. Un rigore per scacciare anche alcune supposizioni da parte del tecnico dei bergamaschi, Gasperini, che avevano chiamato alla netta risposta della società viola. Opinioni, replay, prese di posizione e giudizi forse un po’ troppo avventati.
Stavolta non ci sono stati dubbi e la tecnologia ha aiutato il direttore di gara. La fama di cascatore non può far certo piacere a un calciatore. Specie a un talento come Chiesa. Il più cristallino della nazionale italiana, sotto gli occhi delle big e dei difensori avversari che infatti spesso provano a limitarne il raggio d’azione anche in maniera decisa. Se sei una piccola stella, ti ci devi abituare. Cosi scrive questa mattina La Repubblica.