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Biraghi: “Critiche? Sono quello da bastonare. Lo scorso anno avevo il più alto numero di cross riusciti in A”
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Biraghi: “Critiche? Sono quello da bastonare. Lo scorso anno avevo il più alto numero di cross riusciti in A”

Lisa Grelloni

29 Luglio · 12:44

Aggiornamento: 29 Luglio 2021 · 12:44

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Moena, stadio Benatti, 28.07.2021, allenamento, foto Lisa Grelloni. Copyright Labaroviola.com

Oggi in conferenza stampa dopo la seduta di allenamento della Fiorentina svolta a porte chiuse al mattino, c’è Cristiano Biraghi.

Che ritiro è stato? Che sensazioni hai? Come va il lavoro con mister Italiano? Come stai?

Penso che siamo partiti bene, c’è grande entusiasmo per l’allenatore, i tifosi l’hanno chiamato l’anno zero e penso sia il termine esatto. Allenatore nuovo, ha grande entusiasmo ed idee nuove che ci fanno divertire. Saranno sempre i risultati a dire se si sta lavorando bene o no. Penso che i presupposti per far bene ci sono. Io ho avuto qualche piccolo problemino ma più per precauzione.

Sei il terzo terzino d’Italia, hai un valore alto. Hai una carriera importante ma a Firenze sei spesso sulla “bocca” dei tifosi. Delle volte più sereno o meno. Te che ne pensi di questo?

Questo è un discorso che va avanti da un po’ di anni, per tanti tifosi e tanti di voi io sono un cane da bastonare. Preferisco essere io. Cinque anni che son qui e vengo messo in discussione, ci son dei giorni che sono più nervoso ma non per questo. Io so chi sono e posso accettare che chi non mi conosce mi giudica. Mai stato un problema, preferisco essere io. Ricordo Gerson, Pjaca, ragazzi che hanno sofferto questo, etichettati male dai tifosi e da voi che fate questo lavoro. Non hanno dimostrato quello che potevano dimostrare e che facevano in allenamento. Io vado avanti per la mia strada, ho raggiunto negli anni questo obiettivo. Fa parte del gioco, del nostro lavoro. Tante volte sono stato giudicato anche in maniera sbagliata, anche quando andavano bene sono stato tra i più tirati in mezzo. Alla fine quello che conta è la Fiorentina. Sono sempre stato il primo a dire che questa squadra non merita quella classifica, di vedere una squadra con una storia così, uno dei primi 5/6 club d’Italia non è giusto vederla così con l’acqua alla gola, continui cambi di allenatori e comportamenti dei giocatori. Importante il collettivo. Io sono sempre stato sincero con la società, per me la Fiorentina era ed è un punto d’arrivo. Ho detto “Voglio andare quando si è presentato l’Inter”. Ho declinato le offerte che mi sono arrivate, ho un contratto importante ed ora mi prendo le responsabilità che devo prendermi. Bisogna insegnare che cosa vuol dire giocare per la Fiorentina. Penso che ci siano le condizioni ideali per farlo, la società e l’allenatore ci sono vicini. L’appello che voglio fare a tutti è quello di cercare di ripartire veramente da 0. Leviamo le critiche e mettiamoci tutti nella stessa direzione.

Qui due anni fa a Moena rivelasti di essere stato vicino al Milan, potevi incidere questo discorso dicendo se tu tornando indietro avresti preso un’altra strada?

Io prendo scelte ponderate. Io ho sempre detto che non sarei andato da nessuna parte al di fuori dell’Inter. Volevo provare e confrontarmi in una squadra così, quella che mi ha fatto crescere fino ad i 18 anni. Un sogno ed un motivo d’orgoglio. Il Milan c’era stato ma avevo subito detto che non ciò che volevo. Credo nei valori di chi lavora qui, questa è una famiglia.

Vado sulla Nazionale, poi non sei stato incluso, c’è più la rabbia agonistica di non essere andato o hai gioito?

Tutti siamo italiani, chiaro che ho gioito. Ci ho sperato fino all’ultimo di rappresentare l’Italia ma se non sono andato è perchè ci sono altri più forti di me, è semplice.

Prima hai toccato il tema di riportare la Fiorentina su quelle che sono le posizione della storia… Siamo partiti con la “bocca larga” hanno detto dei tuoi compagni, cosa serve per portarli in quella posizione?

Quando le cose non vanno bene i problemi sono tanti ed ognuno ha il suo motivo, non c’è una verità, c’è una serie di errori. Penso che anche l’anno scorso come quest’anno abbiamo una rosa importante, abbiamo tre giocatori che hanno vinto la Coppa America, uno che ha vinto l’Europeo. Italiano sta imponendo il suo lavoro che io vedo che c’è entusiasmo e voglia e sorriso di venire al campo. C’è l’idea di seguirlo e si pensa che sia l’allenatore giusto. Non è facile arrivare in Europa ma ci sono le basi e le condizioni per fare un buon progetto. Importante fare il massimo.

Quali affinità stai trovando tra il gruppo dell’Italia e quello che si sta formando qui alla Fiorentina?

In Nazionale c’era un percorso di tre anni di Mancini, i giocatori già si conoscevano tutti. Magari in un club arriva gente nuova dall’estera, difficile riportarsi per la lingua, è diverso creare un gruppo di un club. Sta a noi più grandi compattare il prima possibile il gruppo e far capire cosa vuol dire essere qua e giocare per questa maglia. Quando c’è sorriso ed entusiasmo da parte di tutti penso che sia tutto più facile.

Si parlava di Nazionale, hai segnato un gol in Nazionale importante per la ripartenza… L’anno scorso hai realizzato 7 assist ed 1 gol attraverso il modulo di Italiano puoi dare un contributo maggiore dal punto di vista realizzativo?

Spero di sì, voglio far meglio. Migliorare rispetto all’anno precedente dovrò essere più deciso, lo scorso anno ho sbagliato tanti gol.

Sono stato il giocatore che viene criticato di più perchè calcio la palla addosso agli avversari, chi dice questo se si vedono le statistiche, sono quello che ha fatto più cross in Serie A lo scorso anno con il miglior numero di cross andati a buon fine.

C’è una statistica che ti vede tra i calciatori che hanno effettuato più cross vincenti, questo dato sommato a Dusan Vlahovic che cosa significa? 

E’ una mia caratteristica, spero di farli 100 cross a Dusan. Vuol dire che miglioreremo in classifica. E’ importante che Dusan, ha una grande voglia più dello scorso anno e questo è da ammirare. Uno dei migliori attaccanti della Serie A. Deve continuare a lavorare per la squadra in questo modo e fare più gol anche noi. Supportarlo è importante. Lo scorso anno buttavamo la palla e tante volte lui ci ha salvato.

Il leader non è solo il capitano, qualora Pezzella dovesse andar via, è un obiettivo per te rappresentare anche con la fascia? 

Finché c’è German sarà lui il capitano. Questo tema si affronterà qualora Pezzella se ne vada. Importante che io, che sono qui da più tempo, mi prenda le mie responsabilità in una piazza di questo genere. I primi anni ho dovuto capire la piazza, la mentalità dei fiorentini. Ora che tutto mi è chiaro, voglio e devo prendermi delle responsabilità in più rispetto agli altri anni. Lo scorso anno ho firmato un contratto di 4 anni, a meno che la società non cambi idea voglio rispettarlo fino all’ultimo giorno e chissà magari prolungarlo. Ho raggiunto una maturità mentale, nel mio futuro non vedo altro che la Fiorentina.

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