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Astori morto per bradiaritmia. Cos’è, causa, effetti e motivo del malore
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Astori morto per bradiaritmia. Cos’è, causa, effetti e motivo del malore

Redazione

7 Marzo · 00:47

Aggiornamento: 7 Marzo 2018 · 00:47

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Davide Astori è deceduto a causa di una «morte cardiaca senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica».

Il cuore del capitano della Fiorentina ha lentamente rallentato il suo battito, fino a fermarsi. Sono le prime conclusioni dell’autopsia eseguita dal direttore Centro di patologia vascolare dell’Università di Padova, Gaetano Thiene, e dall’ anatomopatologo, professore di medicina legale all’Università di Udine, Carlo Moreschi. Per chiarire le cause di morte del calciatore e che cosa ha provocato l’aritmia fatale sarà però necessario attendere gli esami genetici.

La morte improvvisa

Astori è stato vittima di una morte improvvisa cardiaca, che si verifica in modo istantaneo, in apparente assenza di qualsiasi sintomo. La morte improvvisa, nella maggior parte dei casi è causata da un’aritmia grave, più spesso da una fibrillazione ventricolare, in molti casi preceduta da una tachicardia ventricolare . Meno frequentemente (ed è a quanto pare il caso di Astori) il meccanismo è rappresentato da una bradiaritmia(asistolia, ovvero assenza di battiti). «Nei soggetti giovani le bradiaritmie sono un fenomeno eccezionale, generalmente causate da patologie organiche o genetiche non sempre intercettate. Quando il cuore rallenta possono verificarsi pause di alcuni secondi, e poi riprende il battito, oppure il cuore rallenta fino a fermarsi. La bradiaritmia si manifesta con capogiri o svenimenti» spiega il dottor Patrizio Mazzone, cardiologo dell’unità di aritmologia ed elettrofisiologia cardiaca all’ospedale San Raffaele di Milano.

Disturbo degli atleti

Ma è vero che la brachiaritmia è un tipo di disturbo caratteristico degli atleti, di quelli molto allenati il cui cuore ha un battito più lento del normale, intorno ai 50-60 battiti al minuto. «In questi casi – spiega il professore Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di Medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata – il ritmo del cuore può scendere molto al di sotto di una soglia di sicurezza, soprattutto durante la notte con conseguenze anche fatali». Il problema nasce quando il battito del cuore, durante il sonno scende fino a 30-35 battiti al minuto. «In questi casi – aggiunge – le pause tra un battito e l’altro possono essere troppo lunghe e portare o a un arresto cardiaco, oppure alla interruzione di ossigenazione del cervello con conseguente ischemia». Nei casi più gravi questo problema si può correggere con lo stop immediato alle attività sportive e con l’applicazione di pacemaker.

La bradiaritmia

La bradiaritmia è un’aritmia che si caratterizza per un disturbo nella formazione o nella conduzione dell’impulso elettrico del cuore. «Le aritmie lente possono essere causate da molti tipi di malattie legate alla trasmissione dell’impulso cardiaco: cardiomiopatie, oppure malattie genetiche come la laminopatia (un disturbo del cuore che non si contrae bene e si verifica un blocco nel passaggio dell’elettricità tra l’atrio e il ventricolo) o la sindrome di Brugada dove le aritmie insorgono soprattutto durante il sonno, spiega la professoressa Silvia Priori, ordinario di Cardiologia dell’Università di Pavia, Direttore Scientifico Fondazione Salvatore Maugeri che però chiarisce: «L’impulso cardiaco parte da cellule che si chiamano “pacemaker”, localizzate nell’atrio destro del cuore. In altre zone del cuore sono dislocati altri pacemaker che, nei soggetti sani, in caso di malfunzionamento dei primi, entrano in funzione e agiscono come sistema di scorta. Se l’intero meccanismo non si attiva il motivo è certamente una malattia, molto probabilmente di natura genetica».

Corriere.it

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