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Archistar a difesa del Franchi: “No alla distruzione dello stadio, sì alla sua modernizzazione”

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Rassegna Stampa

Archistar a difesa del Franchi: “No alla distruzione dello stadio, sì alla sua modernizzazione”

Redazione

9 Dicembre · 09:12

Aggiornamento: 9 Dicembre 2020 · 09:12

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Non abbattete il Franchi, ma come è successo per altri «impianti storici» si punti alla «rivitalizzazione», «elaborando strutture moderne pur preservando l’opera originale e migliorando l’esperienza degli spettatori». Dopo giorni di scontro, i sostenitori dell’appello della Nervi Foundation per non distruggere l’opera del maestro Pier Luigi lanciano un (timido) messaggio di apertura. La lettera è firmata da archistar come Norman Foster, Tadao Ando, Santiago Calatrava così come da Mario Cucinella, curatore del Padiglione italiano alla Biennale di Venezia. Ancora: dal vincitore del Pritzker Prize Richard Meier e Susan Mac Donald della Getty conservation institute, Edouardo Souto de Moura, Alvaro Siza, Rafael Moneo, Steven Holl, Alejandro Aravena oltre ai Grafton Architects, vincitrici del Pritzker di quest’anno.

La missiva arriva in tarda serata. È indirizzata al sindaco Dario Nardella, in ottima compagnia: i destinatari sono anche il presidente del Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, tutti i vertici del suo ministero. I firmatari sono «preoccupati per le informazioni che giungono sul pericolo di parziale distruzione o demolizione» del Franchi. Un’opera che fin dalla costruzione è diventata l’icona dello stadio moderno, citata in «molti stadi ideati da allora in poi». Per questo motivo «le proposte per alterare o ampliare il cpolavoro di Nervi dovrebbero rispettare il valore paradigmatico» dell’impianto e dato che nel resto del mondo ci sono stati progetti che hanno realizzato «strutture moderne pur preservando l’opera originale e migliorando l’esperienza degli spettatori combinando nuovo con il preesistente» ora è il momento di «ascoltare la comunità professionale e scientifica internazionale».

È l’«arma finale» della campagna della Nervi Foundation, l’appello con 30 nomi di caratura internazionale. La Fiorentina non commenta, anche perché la lettera non è indirizzata a lei: prima della missiva, però, la società aveva fatto capire che non mollava di un centimetro. Neanche nei toni. Soldi forse no, ma idee pare di sì: è questa la novità dell’appello (la lettera è inviata dal nipote di Nervi, Marco, presidente della fondazione). Che era poi anche il messaggio inviato da Gunny Harboe, presidente di Icomos Sc20s, il consiglio scientifico dell’Unesco: abbattimento no, «renovation» sì. La lettera, annuncia la fondazione, sarà consegnata solo oggi al sindaco Nardella, che aspetta per commentare. Lo scrive il Corriere Fiorentino.

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