Ricordate la pubblicità di quei biscotti leggeri che sottolineava come ogni momento fosse quello giusto per mangiarli? Allo stesso modo, adesso per Prandelli è sempre l’ora di Dusan Vlahovic. Oggi contro il Genoa, in quella che è un’autentica sfida per la salvezza, toccherà di nuovo a lui. Un forte attestato di stima e di fiducia per un giovane attaccante che, dopo i lampi mostrati esattamente un anno fa sotto la guida di Montella, si è inceppato. Cosa successa per la verità a tutto il gruppo, ma come avviene per ogni attaccante che si rispetti, l’insindacabile verdetto è il numero di gol segnati. E per Dusan il piatto piange parecchio. Fino ad oggi l’attaccante serbo ha disputato otto partite, sempre titolare tranne che nella gara col Parma, e ha segnato un solo gol alla Sampdoria. Condito, peraltro, da un’esultanza non proprio conciliante col pubblico. Già, appena una settimana prima si era divorato un gol contro l’Inter che forse avrebbe potuto cambiare l’andamento della stagione viola. Ma è solo un’ipotesi, quindi resta tale. La certezza, invece, è la zona d’ombra in cui è scivolato.
Sul piano del profitto e, in parte, dell’atteggiamento considerato, a torto o a ragione, troppo indolente. Perquesto, da quando è arrivato, Cesare Prandelli ha iniziato un lavoro di recupero totale con lui. Soprattutto ha fatto la sua scelta, decidendo di stabilire delle gerarchie che garantiscono la maglia da titolare a Dusan. Ciò non significa che durante la settimana il serbo potrà allentare la presa, ma che allenandosi e poi giocando sarà alleggerito dalle pressioni psicologiche che ora lo stanno schiacciando. Vlahovic dovrà essere il finalizzatore delle occasioni che l’estro di Ribery e la profondità di Callejon creeranno ritrovando la forma fisica migliore. Senza dimenticare i cross di Biraghi, un’altra possibile soluzione per sfruttare il centravanti col gioco aereo. Giunto al terzo anno in pianta stabile in prima squadra, Dusan deve rispondere alla domanda che la società si è posta scegliendolo: può essere lui il centravanti titolare del futuro? Dall’altra parte del campo stasera ci sarà Scamacca, cresciuto nella Roma e seguito a lungo dalla Fiorentina. Fu Pradè a fargli firmare il primo contratto da professionista e lo avrebbe voluto anche a Firenze. Ora sta a Vlahovic dimostrargli che, in quel caso, avrebbe puntato sul cavallo sbagliato. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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