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UN ESERCIZIO DI MEMORIA, PER TUTTI… L’EDITORIALE DI GIORGIO MICHELETTI
Editoriali

UN ESERCIZIO DI MEMORIA, PER TUTTI… L’EDITORIALE DI GIORGIO MICHELETTI

Redazione

14 Novembre · 01:36

Aggiornamento: 14 Novembre 2018 · 01:36

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Di Giorgio Micheletti

“Personalità”, “attaccante”, “gioventù”, “Pioli”, “Corvino”. 

Sono questi i sostantivi e i cognomi più gettonati nel corso degli ultimi giorni e legati alla Fiorentina. Sono sostantivi e cognomi che delimitano, almeno a detta di tifosi e critici, i problemi dei giocatori in maglia viola. 

Io vado un po’ controcorrente e ricordo, a chi se ne fosse dimenticato, che questi sostantivi e questi cognomi erano gli stessi di inizio stagione quando, gli stessi critici e gli stessi tifosi, sognavano una stagione tutta diversa. 

La ripetizione dei termini non è un errore grammaticale ma una sottolineatura di come si sia volubili, o se preferite sensibili agli umori. Meglio ancora ai risultati. E qui torno ancora al magic moment della Fiorentina: Simeone non segnava allora come non segna adesso, la carta di identità era uguale per tutti, in rosa c’erano i medesimi attaccanti di allora, Pioli e Corvino non sono cambiati (o peggiorati) nel frattempo. 

Sicuramente la squadra non sta dando quello che allora dava, sicuramente i giocatori si sono seduti sui complimenti ricevuti, ma nessuno si è preoccupato di domandarsi se anche loro non hanno qualche responsabilità, se basta dire: “Escono con la maglia sudata”, per assolverli dai loro compiti. 

Personalmente credo che un minimo di esame di coscienza se lo dovrebbero fare anche loro: che manchi un leader è ormai palese, ma che da certi giocatori (come Pezzella e Chiesa) si possa e si debba ottenere un maggior peso all’interno dello spogliatoio credo che sia doveroso. 

Che da giocatori come Veretout a un certo punto della partita ci si debba aspettare un tocco di classe, non solo e sempre potenza. Che da gente come Benassi si chieda (e si ottenga) quella prestazione che qualifichi la sua esperienza in viola. 

Perché alla fine succede che quello che era stato il più infamato e poco considerato (Biraghi) diviene quello che va meglio (magari non ai livelli che recentemente ha sostenuto il suo procuratore ma ognuno tira acqua al proprio mulino) e quello più gettonato per il presente e per il futuro. 

E come sempre bisogna avere la lucidità necessaria per gestire la situazione senza buttare (come si suol dire) il bambino con l’acqua sporca. Questo per me è il vero rebus: ce la farà la Fiorentina?

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