Stadio, scoppia la grana dell’interdittiva sulla ditta Cobar, che fa parte del raggruppamento di imprese che ha vinto l’appalto dei lavori dei restyling. Al centro di un’inchiesta per frode in pubbliche forniture relativa alla realizzazione dei nuovi uffici giudiziari di Salerno, per Cobar, società della famiglia Barozzi di Altamura in Puglia, la Procura di Salerno ha imposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. La notizia è dello scorso 24 maggio eppure solo da qualche giorno ha iniziato a circolare a Firenze. In Palazzo Vecchio la situazione invece è nota ed è anche stata già esaminata. Al momento senza conseguenze. «Trattandosi per il Franchi di appalto con lavori in corso e già contrattualizzato ed essendo una “misura cautelare” non si riscontrano motivi ad oggi per sospendere o rallentare i lavori, tenendo anche conto che è stata avanzata dalla ditta richiesta di riesame e che sarà discussa a breve» si fa sapere dal Comune. Secondo quanto emerso dalle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria di Salerno e della sezione di polizia giudiziaria Aliquota Polizia di Stato, coordinate dalla Procura guidata da Giuseppe Borrelli Cobar fa parte di un gruppo di società coinvolte nell’appalto salernitano che «non avrebbero adottato e, comunque, efficacemente attuato, modelli di organizzazione e di gestione idonei ad impedire che i rispettivi legali rappresentanti fornissero beni diversi per natura, ordine, qualità e prestazioni, da quelli indicati nel contratto di appalto e nell’adempimento degli obblighi dallo stesso derivanti». E per questo è scattata la misura. Scrive la repubblica
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