Palladino ha interpretato la parola turnover alla lettera, cambiandone dieci rispetto a Torino, finendo per perdere contro una squadra modesta. E così è tornato di attualità il come ruotare i calciatori. L’allenatore ha personalità e non gli manca niente, spesso ha pure le idee giuste, ma il calcio racconta che un cambio “selvaggio” non porta risultati.
La partita di Cipro racconta che la squadra rivelazione del campionato è finita in panchina, lasciando il campo a interpreti senza intesa reciproca e con ritmi bassi, senza intensità, con possesso palla e poco più, senza gestire al meglio i pochi attacchi avversari. La logica conseguenza è stata la scollatura degli equilibri. E anche il messaggio, si legge, non è dei migliori: “La partita è facile e possono giocare le riserve”. Con tante partite e calendari fittissimi il turnover è diventato necessario, nemmeno più brutale, aiutato dai cinque cambi. Rotazioni ragionate, quindi: qualcosa che l’allenatore moderno deve saper fare benissimo. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
Repubblica: “La Fiorentina cerca equilibrio tra turnover e mercato. Segnali di speranza da Ikoné”