La Fiorentina sembra prigioniera di un ciclo che si ripete, quasi fosse intrappolata in un loop temporale. Da tre stagioni i viola partecipano ininterrottamente alla Conference League, raccogliendo risultati importanti come due finali e una semifinale. Tuttavia, questa continuità europea non ha portato con sé una crescita reale del club, come sottolineato dal Corriere Fiorentino.
Il primo nodo riguarda l’aspetto economico: se nella scorsa stagione la partecipazione ha fruttato 16,2 milioni di euro, in quella attuale il bottino è salito a 17,7 milioni. Una cifra che resta comunque inferiore non solo a quella incassata da tutte le altre squadre italiane impegnate nelle coppe europee, ma anche al semplice bonus iniziale garantito dalla Champions League (pari a 18,62 milioni). Un confronto che evidenzia chiaramente i limiti strutturali della competizione e quanto la Fiorentina stia raccogliendo meno di quanto potrebbe aspirare.
Un altro elemento critico è la gestione del doppio impegno campionato-coppa. Nel 2022-23, pur affrontando un turno europeo in più rispetto alla stagione in corso, i viola avevano mantenuto un buon rendimento anche in Serie A, totalizzando 15 punti in 8 partite successive agli incontri di coppa, con una sola sconfitta (contro il Monza dopo il match con il Lech Poznan).
Quest’anno, invece, la situazione è peggiorata: nel percorso che va dalle gare a eliminazione diretta fino alla finale, la squadra ha raccolto solo 8 punti in 6 partite, incappando in battute d’arresto contro Milan e Verona, arrivate rispettivamente dopo la sfida con il Maccabi Haifa e l’andata contro il Bruges. La tendenza negativa si è confermata anche nell’edizione corrente: 7 punti in 5 turni post-Conference, con le sconfitte contro Napoli e Roma arrivate dopo i match contro Panathinaikos e Betis.
Numeri alla mano, la Fiorentina è la squadra con più presenze nella giovane storia della Conference League, con ben 40 partite disputate. Eppure, a differenza di altre realtà dei principali campionati europei che, partendo da questa competizione, sono riuscite a salire di livello approdando in Europa League o in Champions, i viola restano ancorati allo stesso punto. L’impressione è che la squadra non sia riuscita ad alzare il proprio livello, né sportivamente né economicamente.
A confermare questo senso di immobilismo c’è un altro dato emblematico: l’ottavo posto in classifica. Un piazzamento che, in attesa del completamento della 36ª giornata e della trasferta a Venezia (dove resta da valutare Kean, alle prese con un lieve affaticamento muscolare), accompagna la Fiorentina da otto turni in questa stagione e rappresenta un’abitudine ormai biennale. E finché l’aritmetica non chiude le porte, è ancora possibile che questo finale porti a una nuova qualificazione in Conference. L’ennesima. Come in un eterno ritorno.