A dispetto degli anni, sembra quasi un veterano: calmo quanto basta per incidere e per diventare all’occorrenza un po’ un secondo allenatore in campo. Gli insegnamenti carpiti da Ribery, che è stato il suo primo mentore in avvio di stagione, li ha metabolizzati talmente tanto da essere adesso lui stesso un punto di riferimento per i compagni.
Quel… rimprovero fatto a Dusan Vlahovic figlio dell’esultanza di fronte al primo gol e l’invito a lasciare il rigore a Chiesa ha fatto rumore eccome.
Così come l’umiltà e la pacatezza con cui si è sempre approcciato a questa sua girandola di emozioni. Non lo ha cambiato la notorietà, tantomeno questo essere costantemente sotto ai riflettori: è rimasto il solito ragazzo che per arrivare a Firenze si mise in macchina dalla Puglia in quello che ancora oggi lui stesso ricorda come “il viaggio della speranza” e che ha fatto tesoro di quanto imparato in altre discipline, compresa la danza.
A distanza di un girone dal suo primo gol tra i professionisti, arrivato a San Siro contro il Milan (conquistò anche il rigore, poi fallito da Chiesa), Castrovilli adesso è pronto per vivere la sfi da più intrigante, quella di rilanciare la Fiorentina davanti alla propria gente, tornando a battere una big anche al Franchi, dopo i successi del passato. Fin qui, in campionato ha segnato tre volte, l’ultima oltre tre mesi fa, al Parma proprio a Firenze.
Fu lui a cancellare l’ombra di una possibile sconfi tta mettendo la firma sulla rete del pari e adesso vuole di più, tornando a farsi mattatore, come gli ha chiesto Iachini. È il più bersagliato della Serie A quanto a falli subiti, anche perché spesso è l’unico modo per fermarlo e pure quello che ha trovato per ben due volte la rete di testa, trasformandosi in uno degli arieti più efficaci della sua squadra insieme a Milenkovic. C’è da viaggiare nel segno della continuità di risultato, con un nuovo sombrero, al Milan, ma solo per cominciare.
Corriere dello Sport