Il giornalista ed opinionista Enzo Bucchioni è intervenuto a fine gara ai microfoni di Radio Bruno Toscana per analizzare il pareggio con il Torino e riflettere sul momento difficile vissuto dalla Fiorentina:
“Bisogna interrogarsi sul reale valore dell’allenatore. La squadra appare smarrita, non sa cosa fare in campo, e la sua crescita si è bloccata ormai da un mese e mezzo. Affidarsi esclusivamente alle giocate di Kean non è più sufficiente. Si punta troppo sulle situazioni individuali, ma il calcio è anche strategia e organizzazione. Sentire dire che “siamo in linea con gli obiettivi” ha senso solo a fine stagione, ma intanto tutte le altre squadre stanno recuperando terreno.
Ci sono poi dinamiche interne preoccupanti: i capitani sono stati messi da parte e si percepiscono situazioni poco chiare. L’allenatore sembra avere limiti evidenti, fa fatica ad adattarsi e a trovare soluzioni concrete. Anche oggi, nel corso della partita, le sue scelte sulle sostituzioni sono apparse illogiche: tenere Colpani in campo mentre Gudmundsson veniva sostituito è sembrato un errore evidente. E poi, insistere su Comuzzo, che ha appena 19 anni, che senso ha?
La mancanza di idee è stata lampante: contro una squadra priva di 3-4 giocatori chiave e ridotta in 10 uomini per 60 minuti, non siamo stati capaci di creare nulla. Anzi, l’unica occasione pericolosa nel finale l’hanno avuta loro. Una prestazione del genere deve spingere a una riflessione profonda.
E poi c’è la questione della “sparata” di Pradè la scorsa domenica: quelle parole non sono state dette a caso, evidentemente anche lui vede che qualcosa non funziona. Non possiamo continuare a cullarci sugli allori delle 8 vittorie iniziali. Come sono arrivate, poi? Oltre ai meriti indiscutibili, c’è stato anche un contributo importante di situazioni fortuite. Ora che il momento magico è svanito, sono emersi i veri limiti della squadra.
Una squadra in inferiorità numerica che non sa cosa fare, che non riesce a sfruttare nemmeno una superiorità numerica di un’ora, è qualcosa che non si può accettare. La prestazione di oggi richiede una riflessione profonda. E se nemmeno il mercato è in grado di invertire la rotta, allora è chiaro che bisogna fare qualcosa di diverso“.
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