Al San Raffaele tutti la chiamano “Resurrection machine”. Facile intuirne il motivo. E’ un apparecchio all’avanguardia, si usa per i casi più gravi, ha salvato tante vite. Joe Barone si aggrappa alla vita attaccato alla Resurrection machine dopo l’infarto improvviso e tremendo che lo ha colpito nel ritiro della Fiorentina poco prima della sfida con l’Atalanta (rinviata) e l’operazione al cuore. Nel reparto di terapia intensiva, il direttore generale della Fiorentina, che domani compirà 58 anni, è sempre grave, ma resiste.
Il club viola ieri ha diramato il secondo comunicato: «Le funzioni vitali sono sostenute da tecniche di supporto meccanico artificiale. Ogni previsione prognostica è attualmente fuori luogo. La famiglia Barone, la famiglia Commisso e tutta la Fiorentina ringraziano il San Raffaele e tutta l’equipe del Professor Zangrillo per l’operato che è stato messo in atto fin dal primo momento». Proprio Zangrillo, presidente del Genoa, nell’incontro avuto ieri con la moglie di Barone, Camilla, avrebbe illustrato l’estrema gravità della situazione. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.