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Arrestato il capo ultrà della Juventus, era un uomo di Cosa Nostra, aveva legami con l’ndrangheta
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Arrestato il capo ultrà della Juventus, era un uomo di Cosa Nostra, aveva legami con l’ndrangheta

Redazione

7 Dicembre · 18:15

Aggiornamento: 7 Dicembre 2017 · 18:15

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Loris Giuliano Grancini, considerato il capo dei Vikings, gruppo ultrà della Juve, è stato arrestato dai carabinieri su ordine di esecuzione della procura generale di Milano, dopo che la condanna è divenuta definitiva a 13 anni e undici mesi per un tentato omicidio con un’arma da fuoco avvenuto il 5 ottobre 2006 in piazza Morbegno, a Milano. I militari lo hanno trovato nella sua casa di Cernusco sul Naviglio. Per i giudici, Grancini fu “il mandante” mentre Paolo Romeo, condannato a nove anni con rito abbreviato, l’esecutore materiale che sparò due colpi di pistola contro Massimo Merafino dopo una lite davanti al bar ‘Los Hermanos’, in zona viale Monza.

Secondo gli investigatori Grancini, operaio di 44 anni, sarebbe anche uomo di Cosa Nostra e della cosca calabrese dei Rappocciolo. Nel 1998 riuscì a scampare a una sparatoria: un regolamento di conti in viale Faenza, nel quartiere milanese della Barona. Il suo nome però compare anche in altre due indagini: quella sul suicidio di un capo ultrà a Torino e l’altra su presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel marketing della Juventus. Ad aprile scorso, Grancini viene colpito da un Daspo di 8 anni. A luglio, accusato di tentata estorsione e atti intimidatori nei confronti del titolare di una società di eventi sportivi.

 

Gazzetta.it

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