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Sette società di serie A non vogliono rispettare l’indice di liquidità, vogliono sciopero contro la Lega
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Sette società di serie A non vogliono rispettare l’indice di liquidità, vogliono sciopero contro la Lega

Redazione

18 Maggio · 16:03

Aggiornamento: 18 Maggio 2022 · 16:03

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Lazio president Claudio Lotito Roma 29-9-2019 Stadio Olimpico Football Serie A 2019/2020 SS Lazio – Genoa CFC Foto Andrea Staccioli / Insidefoto PUBLICATIONxNOTxINxITA andreaxstaccioli

La Serie A è pronta al braccio di ferro con la Federcalcio. L’assemblea di Lega in programma martedì può diventare la trincea da cui far partire l’attacco più forte contro la Figc del presidente Gabriele Gravina. Motivo dello scontro, l’ormai leggendario indice di liquidità, il nuovo parametro necessario per l’iscrizione al campionato dalla stagione 2022/23. Gravina ha prima ottenuto che diventasse il criterio per l’ammissione ai campionati, poi fissato il parametro di questo indice: il rapporto tra attività correnti e passività correnti dovrà essere di 0,5. Le società più in difficoltà in Italia hanno un parametro di 0,1 o 0,2, quindi piuttosto lontane. E non sono poche.

Per questo dopo l’assemblea romana di mercoledì scorso, a poche ore dalla finale di Coppa Italia, ora i club preparano mosse estreme. Soprattutto, guidano il fronte dei grandi oppositori la Lazio di Lotito, nemico giurato di Gravina, e la Samp, che ha un problema significativo: con una società strutturata in un trust, non ha un azionista che possa ricapitalizzare per riportare i numeri del club in linea con i criteri richiesti. Ma non sono le uniche. Anzi: ora 7 società potrebbero proporre uno strappo quasi estremo. Ossia, concordare di non presentare l’indice di liquidità, in modo da mettere alle strette la Figc. Che dovrebbe a quel punto decidere se andare fino in fondo ed escluderle tutte, oppure sedersi e riconsiderare le proprie idee. Una mossa estrema, una dichiarazione di guerra, quella dei 7 club di A.

Più complicata la strada di un ricorso contro l’introduzione. Anche perché sulla sua ammissibilità esistono opinioni contrastanti. In Figc sono convinti che, trattandosi di una norma sulle licenze, il ricorso andasse promosso al Collegio di garanzia del Coni. E, quindi, il tempo per farlo era di 2 giorni dall’approvazione del 27 aprile. La Serie A invece pensa di avere ancora tempo, visto che – non trattandosi della revoca dell’affiliazione, ma di una normale iscrizione – ritiene di avere la possibilità di ricorrere al Tribunale nazionale federale della Figc e quindi di avere ancora tempo.

Oggi si parlerà della strategia da adottare: potrebbe essere la Lega a ricorrere o potrebbero essere i singoli club a contestare il nuovo parametro per l’iscrizione. Una cosa è certa, anche le società favorevoli all’introduzione di un indice – su tutte, la Fiorentina – sono contrarie a partire da questa stagione, visto il poco tempo per adeguarsi. La Figc, in questo senso, ha concesso di poter inserire, per modificare l’indice, i precontratti di mercato chiusi prima dell’inizio del mercato. Ma non basta, per sancire una tregua. Lo scrive La Repubblica

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