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Scugnizzo Viola: “Mi dispiace Raffaè, ma stavolta l’hai persa tu. Basta esperimenti, mettiamo i giocatori nei loro ruoli”

Lo Scugnizzo Viola

Scugnizzo Viola: “Mi dispiace Raffaè, ma stavolta l’hai persa tu. Basta esperimenti, mettiamo i giocatori nei loro ruoli”

Francesco Pistola

17 Febbraio · 16:35

Aggiornamento: 17 Febbraio 2025 · 16:35

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Le parole di Pradè a fine partita pesano come un macigno. La squadra adesso Palladino ce l'ha. Ora deve dare un gioco a questi giocatori

Il pensiero post gara dell’irriverente Scugnizzo Viola

Fiorentina-Como 0-2: La disfatta viola e gli errori di Palladino

La Fiorentina cade ancora, questa volta in casa, contro un Como cinico e ben organizzato. Un 0-2 che pesa come un macigno e che mette in evidenza lacune tattiche e strategiche di una squadra che sembra essersi completamente smarrita. Come ha giustamente sottolineato il direttore sportivo Daniele Pradè, la Fiorentina ha giocato solo sette minuti. Dopo un avvio incoraggiante, i viola si sono sciolti come neve al sole, concedendo campo e occasioni a un Como che ha saputo approfittarne con intelligenza e disciplina.

Gli errori evidenti di Palladino

Ancora una volta, Raffaele Palladino ha dimostrato di avere enormi difficoltà nel leggere le partite in corso. Le sue scelte iniziali e, soprattutto, l’incapacità di cambiare in corsa, hanno inciso pesantemente sul risultato finale. Il Como ha trovato il vantaggio nel modo più beffardo possibile: una ripartenza letale nata da una punizione in favore della Fiorentina. Un errore di posizionamento imperdonabile per una squadra che dovrebbe avere ben chiari i principi di copertura difensiva.

Palladino ha insistito su un Fagioli trequartista, ruolo che evidentemente non gli appartiene, e ha lasciato Cataldi vagare per il campo senza mai dare ordine alla manovra. Il centrocampo viola è stato inesistente, sopraffatto dall’intensità e dall’organizzazione del Como. Sulle fasce, poi, la situazione è stata altrettanto disastrosa: Folurunsho, adattato in un ruolo non suo, non è mai riuscito a entrare in partita, mentre Beltrán, pur dandosi da fare, è stato lasciato troppo solo a combattere contro la difesa lombarda.

Anche la fase difensiva ha mostrato gravi lacune, con i centrali spesso in affanno e incapaci di contenere le ripartenze avversarie. L’assenza di un filtro a centrocampo ha permesso al Como di entrare con facilità nell’area viola, mettendo in costante difficoltà la retroguardia. Il portiere, seppur non responsabile diretto delle reti subite, è stato più volte esposto a situazioni di uno contro uno evitabili con una migliore organizzazione difensiva.

I soliti problemi di mentalità

È vero che la partita poteva cambiare se il primo tiro di Zaniolo fosse finito in rete, ma con i se e con i ma non si costruiscono le stagioni. La Fiorentina ha un problema evidente contro le squadre cosiddette “piccole”. Troppe volte, sia in campionato che in Conference League, i viola hanno perso punti preziosi contro avversari abbordabili. È una questione di mentalità? Di approccio sbagliato? Qualunque sia la risposta, è chiaro che serve una sterzata immediata. Domenica contro il Verona sarà necessario dimostrare carattere e determinazione per evitare un’altra serata amara.

I giocatori sembrano soffrire una mancanza di motivazione nelle partite sulla carta più facili, atteggiamento che si è ripetuto più volte in stagione. L’allenatore ha la responsabilità di mantenere alta la concentrazione e trasmettere ai suoi uomini la voglia di vincere in ogni gara, senza sottovalutare nessun avversario.

Gudmundsson: un mistero inspiegabile

E poi c’è il caso Gudmundsson. L’islandese è stato l’acquisto più costoso della gestione attuale, eppure continua a essere relegato ai margini della squadra. Perché Palladino non lo utilizza? C’è stato un litigio tra i due? Quando gioca, Gudmundsson appare svogliato, demotivato, quasi fuori contesto. Ieri è addirittura uscito per infortunio. Ma come fa a infortunarsi un giocatore che gioca così poco? La gestione del talento islandese è un enigma che il tecnico campano dovrà chiarire al più presto.

Se l’investimento su Gudmundsson è stato così importante, è fondamentale trovare una soluzione per integrarlo nel gioco della squadra. L’allenatore deve dimostrare di saper gestire il talento a disposizione e trovare il modo di sfruttarne le qualità.

Tempo scaduto: servono certezze, non esperimenti

Con l’assenza di Adli, il centrocampo viola ha bisogno di un leader. Palladino deve smettere di sperimentare e affidare le chiavi della squadra a Fagioli. Il tempo delle scommesse è finito, e i prossimi incontri saranno decisivi. Tutti si aspettavano nove punti contro Como, Lecce e Verona, ma i primi tre sono già stati persi. Intanto, Roma, Milan e Bologna si avvicinano pericolosamente in classifica. Palladino ha a disposizione una squadra competitiva: ora sta a lui trovare un’identità chiara e definitiva.

L’incoerenza tattica e il continuo cambio di modulo stanno disorientando la squadra, che appare priva di certezze. È il momento di stabilire una formazione tipo e un assetto fisso, evitando di adattare i giocatori in ruoli non congeniali. Solo con una base solida si può costruire una stagione ambiziosa.

Le parole di Pradè: un’altra frecciata al tecnico?

A fine partita, Daniele Pradè ha dichiarato che la Fiorentina non vuole disputare un campionato anonimo. Un messaggio chiaro, forse l’ennesima frecciata a Palladino, reo di non aver ancora dato alla squadra una precisa identità di gioco. La pazienza sta per finire? e le prossime partite saranno determinanti per il futuro del tecnico campano?

Le dichiarazioni di Pradè sembrano un avvertimento: la società non è disposta ad accettare un rendimento mediocre, e l’allenatore dovrà dimostrare di essere all’altezza della situazione. Se i risultati non dovessero arrivare, la sua posizione potrebbe essere messa in discussione?

Ora non ci sono più alibi. La squadra c’è, le risorse pure. Tocca a Palladino dimostrare di essere all’altezza del compito. Servono risposte immediate, perché la Fiorentina non può permettersi di sprofondare in un’altra stagione anonima. Il tempo degli esperimenti è finito: ora servono solo risultati.

RAFFAE’ BASTA ALTALENA, FACCI CAPIRE CHI SIAMO!

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