29 Marzo 2024 · Ultimo aggiornamento: 13:38

Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Numeri, curiosità e focus tecnico tattico sulla Roma, prossimo avversario dei viola.
Approfondimenti

Numeri, curiosità e focus tecnico tattico sulla Roma, prossimo avversario dei viola.

Marzio De Vita

31 Ottobre · 14:44

Aggiornamento: 31 Ottobre 2020 · 14:52

Condividi:

Firenze, stadio Artemio Franchi, 20.12.2019, Fiorentina-Roma, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com

STATISTICHE IN SERIE A
Giocate: 80
Vittorie Roma: 38
Pareggi: 27
Vittorie Fiorentina: 15
Gol Roma: 125
Gol Fiorentina: 80

GLI EX

Molti sono i giocatori che hanno militato in entrambe le formazioni, ma senza ombra di dubbio il re tra tutti non può che essere lui, ovvero Gabriel Omar Batistuta. Doppio ex (per lui 9 stagioni a Firenze dal 1991 al 2000, due e mezzo a Roma dal 2000 a gennaio 2003), a Roma contro la Roma l’argentino ha segnato ben 7 reti. In particolare ricordiamo due doppiette: quella del 23 novembre 1992 (3-1 il risultato finale), e quella del 1° dicembre 1996 (3-3 al 90′). Con la maglia giallorossa (a Roma, contro la Fiorentina) ricordiamo invece il famoso (e decisivo) gol da fuori area del 26 novembre 2000.

Sempre a proposito di Batistuta giova raccontare il Roma -Fiorentina 2-1 del ’97 incredibile per lo svolgimento avuto nei minuti finali. Quinta giornata e Fiorentina a punteggio pieno, Roma allenata da Zeman con risultati alterni.

Molti sono come detto altri grandi ex tra cui ricordiamo (tra gli altri) Carpanesi, Lojacono, Alberto Orlando e Pandolfini per gli anni ’50-’60. Amarildo, De Sisti, Sormani e Superchi per gli anni ’60-’70. Di Chiara, Di Livio, Graziani, Maldera, Paolo Conti, Pruzzo e Vierchowod per gli anni ’80-’90. Balbo, Massaro e Piacentini a ridosso di Aquilani, Astori, Osvaldo, Pizarro, Salah e Toni dal 2000 ai giorni nostri. Tra gli allenatori, invece, curioso il percorso parallelo dei due tecnici viola scudettati: Fulvio Bernardini e Bruno Pesaola, entrambi calciatori giallorossi… ma non viola. Con loro citiamo Carniglia, Liedholm, Valcareggi, Eriksson, Radice, Bianchi.

Firenze, stadio Artemio Franchi, 20.12.2019, Fiorentina-Roma, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com lo

LA TATTICA

MODULO DI GIOCO

Statico: 4-2-3-1

Fase offensiva: 2-2-5-1

Fase difensiva: 4-3-2-1

FASE DI POSSESSO

Come già accennato, la Roma è una squadra che ricerca il possesso palla come mezzo per mantenere il controllo della partita. Il dominio del pallone non è imprescindibile per i giallorossi, tuttavia rappresenta la condizione ideale per esprimere al meglio il suo gioco offensivo, come accaduto proprio nel match del Franchi contro la Viola, dove la squadra sembra aver raggiunto il picco stagionale in quanto a qualità ed efficacia.

Costruzione e sviluppo

La costruzione dal basso è una costante praticamente irrinunciabile. La situazione tipica vede uno dei due centrocampisti – molto più spesso Diawara rispetto a Veretout – scendere sulla linea dei due difensori centrali, così da rappresentare il fulcro di un perimetro di cinque giocatori. In costruzione viene sempre coinvolto anche il portiere, che non solo fornisce una valida alternativa di appoggio, ma si rivela spesso un’arma in più nel superare direttamente la prima linea di pressione grazie alla sua abilità coi piedi, soprattutto quando il pressing avversario si fa alto. Qualora le linee centrali risultassero particolarmente intasate è uno dei due terzini a turno a rimanere vicino ai centrali di difesa.

Generalmente, però, in questa fase i terzini si allargano e si alzano fin sulla trequarti avversaria, garantendo ampiezza alla manovra per permettere agli esterni alti di abbassarsi e stringere giocando all’interno del campo. In questo modo un esterno dei due diventa spesso, insieme a Veretout, la prima opzione di passaggio per iniziare lo sviluppo dell’azione, associandosi con il terzino sulla sua fascia.

Rifinitura e finalizzazione

Grazie alla salita dei terzini – che si aggiungono alla batteria dei tre trequartisti e della punta – la Roma attacca l’ultimo quarto avversario con molti uomini. Come già detto, gli esterni alti si accentrano occupando gli half-spaces, i terzini presidiano le fasce allargando il campo, mentre Pellegrini è libero di svariare in tutta la zona di rifinitura. Si vengono così a creare in fascia delle catene con Florenzi e Kolarov. Sono in particolare il serbo e l’Argentino a scambiarsi e muovere spesso il pallone, sia per risalire il campo che per scombinare le disposizioni avversarie. Dall’altra parte, invece, Florenzi trova assistenza soprattutto in Pellegrini, con Zaniolo che viene lasciato più libero di sfruttare la propria velocità e fisicità con strappi e inserimenti dietro la linea dei difensori.

I terzini danno ampiezza alla manovra, ma la Roma preferisce sempre attaccare la linea avversaria per vie centrali ed è raro vedere cross provenienti dal fondo: i giallorossi, infatti, sono la prima squadra in serie A per percentuale di attacchi portati dalla fascia di mezzo del campo. Questo è ciò che ricerca Fonseca ed è facilitato in questo anche dalla presenza di un attaccante come Dzeko, forte tecnicamente e molto astuto nei movimenti: un vero e proprio facilitatore di gioco per i compagni di attacco. Il bosniaco è in possesso di un controllo palla e di una fisicità che gli permettono di calamitare su di sé numerosi palloni. Inoltre ama spesso andare incontro al possessore per dialogare con esso; questi movimenti verso l’esterno dell’area di rigore non solo portano Dzeko più vicino alla palla, ma sono in grado di scombinare l’ordine posizionale della difesa avversaria e liberare spazio per gli inserimenti degli esterni.

TRANSIZIONI POSITIVE

I giallorossi non sembrano avere una particolare fretta di recuperare il pallone in zone alte del campo, a meno che questo non possa generare un vantaggio diretto dovuto ad un errato schieramento della difesa avversaria o un eccessivo sbilanciamento in avanti di chi attacca. La Roma punta a riconquistare il possesso nella zona tra il centrocampo e la difesa, soprattutto con i due centrocampisti. Da qui può ricominciare ad imbastire la propria trama nella maniera che preferisce, consolidando e avviando la sua costruzione dal basso. Tuttavia, come accennato, non è raro vedere i giallorossi verticalizzare immediatamente per approfittare di eventuali spazi concessi dagli avversari. Il quarto gol firmato da Zaniolo – con la Fiorentina tutta riversata in avanti – ne è un classico esempio. Quest’anno, però, la Roma ha saputo capitalizzare questa capacità anche in partite come quella col Milan, col Sassuolo o col Verona, dove ha saputo anche rinunciare alla supremazia nel possesso palla per trarre profitto dagli spazi concessi.

Generalmente è Dzeko a rimanere alto cercando l’ultimo difensore o una zona dove poter ricevere il pallone addosso come predilige. Talvolta però il bosniaco è accompagnato o si alterna con Zaniolo, che attraverso smarcamenti preventivi va alla ricerca di zone in cui poter essere servito sulla corsa, soprattutto nelle già citate situazioni in cui si profila la possibilità di rapidi ribaltamenti di fronte.

FASE DI NON POSSESSO

Anche in fase di non possesso la Roma si dimostra una squadra riflessiva. La prima linea di pressione è portata da Dzeko e dai due esterni ed è volta soprattutto a disturbare la costruzione orientando il possesso verso i lati del campo. L’obiettivo del pressing della Roma è di non concedere una risalita pulita del pallone, chiudendo le linee di passaggio centrali. Congestionando il centro con una grande densità di uomini, dunque, la Roma punta alla già citata riconquista del possesso nella zona nevralgica della propria trequarti, dove Veretout e Diawara, sempre ben posizionati e scaglionati tra loro, costituiscono una vera e propria cerniera capace di produrre tanti recuperi.

Più in generale l’11 capitolino si sta dimostrando una squadra in grado di difendere con pazienza e attenzione anche a difesa schierata. A inizio stagione, infatti, aveva subito troppi gol in situazioni in cui non è stata in grado di compensare la propria propensione offensiva con adeguate corse della linea di difesa a coprire lo spazio lasciato dietro di essa.

Il sistema difensivo dei giallorossi è rodato ed efficiente. La diagonale della linea riesce sempre a garantire almeno due livelli di copertura dietro al marcatore, mentre Smalling e Mancini costituiscono una coppia affiatata, scaglionandosi e garantendosi copertura vicendevolmente nelle proprie uscite aggressive. A volte, tuttavia, lo scarso dinamismo in fase difensiva di  può provocare qualche problema nella sincronia dei movimenti. I

TRANSIZIONI NEGATIVE

Portare molti uomini in zone alte del campo richiede che i giocatori più arretrati garantiscano copertura e una precisa sinergia nei movimenti. Generalmente la Roma rimane solo con 2 o 3 giocatori dietro la linea del pallone, tra cui quasi sempre i difensori centrali. Dal punto di vista delle coperture preventive risulta perciò fondamentale l’alternanza tra i centrocampisti: quando uno viene coinvolto nelle fasi di costruzione e sviluppo, l’altro offre sempre copertura. I due centrocampisti sono imprescindibili nell’azione di tamponamento susseguente alla perdita del pallone: mentre il francese tende più a difendere in avanti, il guineano preferisce attendere come un vero e proprio schermo sulla trequarti di difesa, risultando prezioso anche nelle corse all’indietro a palla scoperta, che tanto hanno fatto soffrire la Roma ad inizio stagione. Entrambi sono comunque molto abili a leggere preventivamente ed intasare le linee di passaggio avversarie verso il centro.

PUNTI DI FORZA

Grande qualità tecnica di quasi tutti i suoi interpreti;

Intelligenza e capacità di interpretazione dei ritmi della partita;

Ottima alternanza di giocatori fisici e veloci con giocatori tecnici e riflessivi;

Varietà di soluzioni offensive e panchina lunga;

Molto pericolosa sui calci piazzati (Prima in questa statistica con 9 gol fino alla 17° giornata)

Solidità difensiva;

Condizione mentale e fiducia nel proprio allenatore.

PUNTI DI DEBOLEZZA

Difficoltà nel coprire lo spazio dietro alla difesa di giocatori come Kolarov, Florenzi e Fazio e sofferenza in contropiede;

amnesie difensive e sofferenza nell’ 1vs1 dei propri terzini;

mancanza di alternative di qualità tecnica sull’esterno sinistro in assenza di Kolarov;

errori e leggerezze dei difensori centrali in fase di costruzione, soprattutto se sotto pressione.

Firenze, stadio Artemio Franchi, 5.11.2017, Fiorentina-Roma, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com Dzeko

GIOCATORE CHIAVE

DZEKO
Con 59 reti siglate in 112 presenze è il miglior realizzatore di sempre nonché primatista di presenze della Bosnia Erzegovina. Assieme a Cristiano Ronaldo è, inoltre, l’unico giocatore ad aver siglato almeno 50 reti in tre dei cinque principali campionati europei (nel suo caso Bundesliga, Premier League e Serie A)

Se è vero il fatto che Dzeko abbia sempre avuto grande feeling con il goal, il bosniaco rappresenta, al tempo stesso, il prototipo dell’attaccante del calcio moderno: grande tecnica, intelligenza tattica, dinamismo, senso del goal. Caratteristiche, queste, difficilmente riscontrabili in giocatori della sua stazza. Per rendere l’idea: lo possiamo avvininare al grande David Trezeguet come capacità di “vedere” la porta e all’ estroso Ibrahimovic per la naturale predisposizione a svariare su tutto il fronte offensivo, senza perdere concretezza.

Dzeko è, ormai, un giocatore ben definito nelle sue caratteristiche. Capace di centrare la porta avversaria con assoluta facilità ma anche dialogare con i compagni, aprendo spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

Foto Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse
01/08/2020 Torino (Italia)
Sport Calcio
Juventus-Roma
Campionato Italiano Serie A TIM 2019/2020 – Allianz Stadium
Nella foto: Riccardo Calafiori
Photo Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse
01/08/2020 Turin (Italy)
Sport Soccer
Juventus-Roma
Italian Football Championship League Serie A Tim 2019/2020 – Allianz Stadium
In the pic: Riccardo Calafiori lo

GIOVANE PROMESSA

CALAFIORI

Dopo il buio, c’è sempre il sole. Prima il gol messo a segno contro il Napoli nel campionato Primavera, poi la convocazione in Prima squadra della Roma per Riccardo Calafiori, che è tornato a gioire dopo un grave infortunio al ginocchio. Nel giugno 2018 la società giallorossa gli ha fatto sottoscrivere il primo contratto da professionista per il terzino classe 2002, da sempre nel giro delle varie Nazionali italiane.
Il giovane terzino nasce a Roma il 19 maggio 2002. Ha sempre giocato sotto età diventando indispensabile con l’Under 17 vincendo così lo scudetto di categoria. Già nel giro della Prima squadra nello scorso anno, ha dovuto subire un’operazione al ginocchio dopo il grave infortunio dello scorso anno. Aveva pensato anche a smettere, ma dopo un anno è tornato alla grande allenandosi duramente. Lo stesso attaccante bosniaco della Roma, Edin Dzeko, aveva mostrato la sua maglietta davanti alle telecamere per mostrargli vicinanza: ora il classe 2002 non vuole più fermarsi. Dotato di un ottimo fisico, è molto elegante e coordinato nel passo. Sa usare benissimo entrambi i piedi ed è un elemento di spinta capace di mettere al centro palloni interessanti per i suoi compagni. Finora ha già collezionato cinque presenze condite da una rete contro il Napoli nel campionato Primavera. Ora è arrivata la prima convocazione in Europa League vivendo un sogno.

a cura di Marzio De Vita

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Testata giornalistica | Autorizzazione Tribunale di Firenze n.6004 del 03/11/2015
Edimedia editore | Proprietario: Flavio Ognissanti | P. IVA: IT04217880717

© Copyright 2020 - 2024 | Designed and developed by Kobold Studio