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NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DI GERMAN PEZZELLA
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NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DI GERMAN PEZZELLA

Matteo Fabiani

9 Dicembre · 17:59

Aggiornamento: 9 Dicembre 2018 · 17:59

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Pezzella

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di Matteo Fabiani

Era il 26 maggio 2017 quando l’allora capitano della Fiorentina Gonzalo Rodriguez annunciava tra le lacrime il suo addio alla Fiorentina.

I tifosi iniziarono così a sentirsi impauriti e soli, orfani del proprio leader difensivo che a Firenze aveva fatto vedere cose importanti e di raffinata bellezza. Anche in quella situazione non mancarono le critiche alla società, ritenuta unica responsabile per non aver trattenuto uno dei centrali difensivi più forti dai tempi di Daniel Passarella.

Tre mesi esatti dopo la società viola annunciava il suo sostituto. Era un altro argentino di 26 anni, arrivato per 500 mila euro di prestito con diritto di riscatto a 9 milioni. Quel giocatore era German Alejo Pezzella, un nome che mi prendo la responsabilità di dire rimarrà a lungo stampato nel cuore dei tifosi viola.

Un anno dopo, “el Caudillo” con il numero 20 sulle spalle e la fascia da capitano sul braccio è diventato il vero leader di una Fiorentina molto spesso priva di grinta e mordente. Un vero condottiero che combatte su ogni pallone con la tipica garra sudamericana e che si carica tutte le responsabilità sulle spalle, continuando la tradizione argentina dei difensori viola.

Negli ultimi anni la Fiorentina non aveva mai avuto un giocatore con le sue qualità. Lo stesso Gonzalo Rodriguez era fortissimo tecnicamente ma faticava nelle marcature. Savic invece compensava le mancanze fisiche del compagno di reparto concedendo qualcosa tecnicamente. Pezzella è un mix di tutte queste qualità e unisce alla perfezione la visione di gioco alla solidità difensiva, dando sicurezza a tutto il reparto e costringendo spesso gli avversari al tiro da fuori.

Contro il Sassuolo la sua partita è stata ai limiti della perfezione. Due delle tre reti degli emiliani infatti, fortuna o sfortuna che sia, vengono da jolly pescati da fuori area con la complicità del portiere. A inizio secondo tempo ha fatto un salvataggio inumano da ultimo uomo su Babacar e al 96′ ha avuto la forza di riconquistare palla, involarsi verso la porta avversaria e di servire l’assist per il definitivo pareggio.

La Fiorentina deve ripartire da lui, la società e i tifosi devono unirsi intorno a German Pezzella, l’argentino dall’occhio cattivo che nel giro di un anno ha conquistato una città.

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