Che le polemiche arbitrali postpartita siano una costante, e non solo del nostro calcio, è ormai appurato. Tuttavia, e può sembrare così banale ammetterlo in un mondo che soprattutto a livello mediatico si nutre di questo tipo di situazioni, a tutto c’è un limite… E questo limite è stato ampiamente superato nei momenti immediatamente successivi al termine di Napoli-Sampdoria, anticipo della 19^ giornata di Serie A andato in scena ieri sera al “San Paolo”.
Se il disappunto dell’allenatore della Samp, Marco Giampaolo, può tuttavia essere comprensibile in quanto il secondo giallo a Silvestre resta più che rivedibile, lo stesso non si può dire delle esternazioni del vulcanico – e mai aggettivo potrebbe essere più azzeccato – presidente blucerchiato Massimo Ferrero. Il vero e proprio teatrino messo in scena dal numero uno doriano di fronte ai vari microfoni dai quali è stato raggiunto per commentare una partita che, pur lasciando in eredità una degna prestazione dei suoi al cospetto del Napoli, è stata – almeno a suo dire – un vero e proprio “furto” perpetrato dal signor Di Bello, che non ha mancato di ringraziare ironicamente. Fra lo smodato ricorso ad inflessioni dialettali in favor di telecamere, oltre ad una gestualità e ad una mimica facciale che sono il vero e proprio marchio di fabbrica del buon Ferrero, c’è da dire che, nonostante il carisma che spesso e volentieri lo induce ad eccedere nei modi, questa volta ha davvero oltrepassato il limite.
Non meno polemico Maurizio Sarri che, nonostante la vittoria all’ultimo respiro, si sofferma a più riprese sulle condizioni del terreno di gioco che, secondo lui, avrebbero impedito una fluida circolazione del pallone, per poi – imbeccato dai cronisti – sottolineare la svista arbitrale in occasione dell’affossamento di Mertens al limite dell’area.
Atteggiamenti comprensibili, ma fino ad un certo punto. Atteggiamenti ai quali, in totale controtendenza, non si è mai lasciato andare l’allenatore della Fiorentina, Paulo Sousa. E la ferma presa di posizione di: “Non parlare degli arbitri perchè gli arbitri vanno aiutati” non deve certo, ed erroneamente, essere interpretata come sintomo di debolezza, o come una sorta di sudditanza con la quale in passato tanti si sono riempiti la bocca. Cancellare ogni alibi, quindi, e responsabilizzare così la squadra di fronte a quelli che sono i suoi doveri, evitando il più possibile sterili ed inutili polemiche che non fanno bene nè alla serenità dell’ambiente nè tantomeno all’immagine del club.
Gianmarco Biagioni