
Per parlare della consueta rubrica che fa conoscere gruppi e viola club sul territorio, Labaroviola ha contattato in esclusiva Gianfranco Torello presidente e fondatore del Vc Asti Giancarlo Antognoni.
Buongiorno Gianfranco, quando è stato fondato il vostro club?
“Mi venne la brillante idea di istituire il progetto nell’aprile del 1999′, quando a seguito della morte di mia mamma decisi di punto in bianco di passare 4 giorni nella meravigliosa Firenze. Lì presi contatto con l’Accvc ed istituii il tutto. Puntai nel nome per dare lustro alla militanza viola del nostro Unico 10, ebbi anche in quei giorni modo di conoscerlo per metterlo a conoscenza della mia iniziativa. Lo incontrai al Centro Tecnico di Coverciano dove i ragazzi si allenavano agli ordini di mister Trapattoni, all’epoca Giancarlo era il team manager. Da lì è nata una conoscenza poi diventata amicizia vera”.
Come si diventa viola ad Asti?
“Conobbi la Fiorentina quando andai a veder giocare Gianni Rivera, allora numero dieci dell’Alessandria. Giocarono una partita di coppa Italia contro una squadra da quello splendido colore, era il viola della Fiorentina, correva l’anno 1956.
Fu così che l’anno seguente ai tempi della scuola, quando i miei compagni elencavano le gesta delle loro squadre strisciate..alla domanda: Tu per che squadra tifi? Fiorentina, bello deciso! È nato un amore che non finirà, un legame di sangue come quello con una madre”.

Su quanti soci potete contare?
“Ci siamo stabilizzati sulle 80 tessere vendute, di strada ne abbiamo fatta tanta. Mi ricordo i primi tempi quando comprai 30 tessere al momento della nascita del gruppo..”
Dove esponete il vostro striscione al Franchi?
“Ci muoviamo spesso in macchinate allegre e ci disponiamo sempre in tribuna. Non organizziamo pullman perché siamo in pochi, ma ci piace unirci al gruppo di Marco Baratti e al suo Firenze nel Nord”.

Come si svolge la vostra giornata-tipo per una gara alle 15 in casa?
“La sveglia suona presto, tanto che alle 7 siamo già in autostrada. Un paio di fermate, di cui una fissa a Nervi. Poi l’arrivo in zona stadio, cinque ore dopo. Il pranzo all’osteria Mastrobulletta, dove negli anni abbiamo avuto l’onore di conoscere la famiglia Della Valle. Persone di grande caratura ma dall’animo semplice. Mi giova ricordare come quello che hanno fatto in questi anni non sarà facile da eguagliare. Senza nulla togliere a Commisso che ringraziamo per il calore che ci mette..”
Marco Collini
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