La Nazione questa mattina analizza la situazione in attacco della Fiorentina dopo la scelta di tenere in panchina sia Jovic che Cabral contro la Juventus:
Jovic o Cabral? O nessuno dei due. E alla fine Italiano ha scelto proprio la terza via. Fuori il serbo e il brasiliano per inventarsi un attacco tutto nuovo. Senza ‘boa’ al centro, senza un centravanti ‘vero’, ma con quei tre viola (Ikonè, Kouame e Nico) che magari portano velocità, danno qualche riferimento in meno all’avversario e via dicendo. Ma che alla fine non vanno a correggere il mal di gol della Fiorentina. Di sicuro c’è comunque che la scelta di Italiano conferma che Jovic e Cabral continuano a soffrire e, bisogna essere obiettivi, a non convincere.
Partita dopo partita, esame dopo esame, prima il brasiliano, poi il serbo non lasciano intravedere quei segnali che l’allenatore si aspetta da loro. E la scelta di non schierarli fra i titolari nella sfida di Torino rappresenta l’ennesimo tassello di una rotazione che costringe Italiano a non trovarsi a poter contare su un centravanti che aiuti la Fiorentina a correre. Non una scelta dettata da questioni di condizione fisica, insomma, ma una vera e propria mossa tecnica quella di lasciare fuori Jovic e Cabral, che, vista dall’esterno, fa tornare alla memoria i giorni del mercato quando la Fiorentina pareva concretamente indirizzata nella direzione di portare a Firenze una nuova punta.
Panchina al primo minuto e poi uno spezzone di partita a disposizione di entrambi, ma nessuna scossa. Jovic è entrato, si è preso il posto al centro dell’attacco, e le sue fotografie sono state solo un paio di incursioni davanti alla porta bianconera. Non pericolose. Quindi Cabral. Ancora meno e pochi i minuti a sua disposizione e il niente sul piano del rendimento. Magari un paio di galoppate, è vero. Poi il buio.
L’OPINIONE DI BENEDETTO FERRARA