Una schiarita e un riavvicinamento fra Palazzo Vecchio e Fiorentina. È quella che si prospetta all’orizzonte dopo la frecciatina sferrata la scorsa settimana dal patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che aveva punzecchiato il sindaco bollandolo come «nemico del calcio italiano, nonostante le origini napoletane» e ’schierandosi’ con Commisso. Due giorni fa sarebbe avvenuto un incontro fra Comune e società per parlare delle incomprensioni, ma soprattutto per definire l’accordo per la convenzione sullo stadio Franchi relativo alla stagione 2023-2024. I maggiori dettagli da mettere nero su bianco, quelli che la società viola intende chiarire con urgenza, sono relativi alla stagione successiva con particolare attenzione al tipo di canone che sarà richiesto e alla ripartizione dei futuri spazi commerciali. Ieri sera intanto, si è conclusa, con la replica del ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto, la discussione generale a Palazzo Madama sul decreto legge del Pnrr. In ballo c’è anche il destino del Franchi che oggi vede 150 milioni di euro destinati alla ristrutturazione, mentre per 55 milioni resta in ballo per l’investimento legato alla funzione antidegrado del quartiere di Campo di Marte.
Dalle parole di Fitto in aula, pur in assenza di riferimento alla questione dello stadio fiorentino, per il Franchi sembrano delinearsi maggiori garanzie e nessun dietrofront. «Le nostre parole d’ordine sono serietà e responsabilità. Non c’è un tema di polemica o di scaricabarile – ha detto Fitto relazionando sul decreto legge – noi non vogliamo farlo nei confronti di nessuno, però è altrettanto palese, evidente, chiaro che nessuno può dopo soli cinque mesi pensare di fare scaricabarile su questo governo, questo non sarà in alcun modo consentito perché questo sarebbe prima ridicolo e poi paradossale». Della serie: quanto promesso durante gli incontri, anche quello con il sindaco di Firenze, per superare le criticità riscontrate, non sarà rimangiato. «L’augurio e l’auspicio – ha concluso Fitto – è che si apra un confronto serio e nel merito. Il nostro auspicio è che su questi temi ci sia realmente un approccio serio e costruttivo. Le parole d’ordine sono serietà e responsabilità, diversamente c’è una polemica politica che non serve a nessuno». Lo scrive La Nazione.