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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Chi è contro il nuovo stadio è contro una Fiorentina all’altezza delle big. La protesta che va contro il bene viola

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Chi è contro il nuovo stadio è contro una Fiorentina all’altezza delle big. La protesta che va contro il bene viola

Flavio Ognissanti

15 Novembre · 17:50

Aggiornamento: 15 Novembre 2019 · 17:50

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di Flavio Ognissanti

Rocco Commisso in pochi mesi ha fatto più cose di quanto ne hanno fatte i fratelli Della Valle in 17 anni. Lo dicono i fatti.

Il nuovo proprietario della Fiorentina con la costruzione del nuovo centro sportivo ha fatto svoltare il mondo viola. Sarà il centro sportivo più grande d’Italia, ma aldilà della grandezza, si tratta di un passo importantissimo anche da un punto di vista economico. Con un’opera del genere anche il valore della società viola sale vertiginosamente. Si tratta di un’immobile di proprietà ACF come mai, in 17 anni, i fratelli Della Valle hanno saputo regalare alla Fiorentina.

Il mini centro sportivo, di fianco allo stadio, è di proprietà del comune di Firenze con concessione alla Fiorentina.

Da un punto di vista sportivo avere un centro sportivo come i migliori club d’Europa e d’Italia permette alla Fiorentina un salto di qualità tecnico.

Inoltre, accogliere in un unico impianto, la prima squadra, la squadra femminile e il settore giovanile è un’innovazione che mette la realtà viola al pari di squadre come Manchester City e Barcellona, giusto per fare un esempio. Dal punto di vista delle strutture è un notevole salto di qualità.

Ma siamo solo all’inizio. Dopo il centro sportivo Commisso si sta muovendo pesantemente anche per lo stadio.

Non sappiamo se lo stadio sarà fatto in zona Mercafir o a Campi Bisenzio, fatto sta che con il nuovo stadio, con annesse attività commerciali, il salto di qualità della Fiorentina sarà definitivo.

Per chi non lo sapesse, avere uno stadio di proprietà, con annesse attività commerciali come alberghi, store, supermercati, negozi ecc, porta alla società di appartenenza introiti per centinaia di milioni di euro ogni anno.

È stata la battaglia dei fratelli Della Valle per almeno un decennio, se questo passo fosse stato fatto con gli ex proprietari, adesso la condizione della società viola sarebbe stata assai diversa.

In Italia la Juventus è stata la società che per prima ha seguito questa strada, e con questa ricetta ha segnato un solco tra lei e le antagoniste. Guardate il paragone con il Milan per credere cosa vuol dire crescere o cosa vuol dire rimanere fermi.

Commisso lo sa e in pochi mesi sta cercando di regalare questo enorme salto di qualità alla Fiorentina.

Ma c’è chi storce il naso. Infatti nelle ultime settimane qualcuno (per fortuna solo qualcuno) sta protestando contro un eventuale nuovo stadio preferendo la ristrutturazione dello stadio Franchi alla possibilità di un nuovo grande impianto moderno.

Lo diciamo subito, questa è stata l’idea iniziale di Commisso ma putroppo non è realizzabile per via di un Franchi che non si può toccare. È un’opera del 1932 e considerato patrimonio architettonico dei beni culturali, ergo, non si può affatto modificare. Al massimo può avere una copertura, ma le curve ad esempio, non possono essere abbattute e/o modificate.

Per questo motivo la nuova proprietà viola ha deciso per un stadio tutto nuovo in una vasta area capace di ospitare, come detto, non solo il nuovo impianto ma anche una serie di attività commerciali annesse che permettono di aumentare sensibilmente gli introiti.

Ecco, inutile girarci intorno, restare al Franchi significa non crescere economicamente e quindi anche tecnicamente costringendo la Fiorentina alla costante situazione attuale. Senza nuovo stadio la realtà viola è destinata a rimanere nel limbo e sempre al cospetto delle grandi.

Chi è contro un nuovo stadio è contro la Fiorentina. È contro il salto di qualità e l’ambizione di diventare finalmente grandi ad alti livelli.

Va bene avere a cuore il destino del Franchi, non volere il suo abbandono è giusto. Ma costringere la squadra a continuare a giocare a Campo di Marte solo per ragioni affettive o perché in questo modo la zona di appartenenza perde appeal commerciale vuol dire, lo ripetiamo, non volere il bene della Fiorentina.

 

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