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Borja Valero: “Sarei stato perfetto per Italiano. Rossi era forte più di ogni oltre immaginazione”

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Borja Valero: “Sarei stato perfetto per Italiano. Rossi era forte più di ogni oltre immaginazione”

Redazione

30 Novembre · 14:38

Aggiornamento: 30 Novembre 2022 · 14:39

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Firenze, stadio A.Franchi, 09.05.2021, Fiorentina-Roma, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Borja Valero ha raccontato il suo libro e dunque ha ripercosso la sua carriera e l’intera sua vita, ne ha parlato a Radio Bruno:

“Sono tornato a Firenze e sono stato solo 15 giorni dopo il mio svincolo con l’Inter e prima di tornare alla Fiorentina, dopo è tornata mia moglie e gli ho detto che Firenze sarebbe stato il posto perfetto per vivere tutta la nostra vita. Non avevo il fisico, non avevo la velocità ma la cosa più importante quando giochi a calcio e sapere i tuoi punti deboli e i tuoi punti di forza per puntare sui punti di forza e imparare a leggere prima le situazioni. Se non ci fossero stati Xavi e Iniesta sarei andato in nazionale più volte

Il rapporto con mio padre è stato difficile, nemmeno la malattia e la morte di mia madre ha risolto la situazione, anche se lei ce lo chiese, adesso uno dei miei impegni è quello di non ripetere lo stesso errore con mio figlio. Probabilmente lui voleva entrare nell’entourage per la mia carriera ma io non ho mai voluto.

Per un discorso contrattuale l’operazione mia e di Gonzalo era collegata, ma la Fiorentina non voleva si sapesse, cosi organizzano due viaggi diversi per un arrivo in tempi diversi, ma alla fine per coincidenze di aerei siamo arrivati esattamente nello stesso orario a Firenze, ci siamo guardati e ci siamo messi a ridere. Dopo la prima partita allo stadio Franchi io e Gonzalo siamo usciti per tornare in albergo, ci siamo fermati per aspettare un taxi ma nessuno ci ha riconosciuti e fermati, questo mi impressionò molto

L’ambientamento a Firenze è stato semplice per me perchè ero con un amico come Gonzalo, dividevamo tutto. Il consiglio che dò ai giocatori che sono qui è quello di vivere molto la città per capire i fiorentini. Tutti gli allenatori sono stati importanti per me, Montella è stato importante per il mio ambientamento, mi ha dato fiducia. Sousa mi ha sorpreso dal punto di vista tecnico-tattico, con lui mi sono divertito tanto. Spalletti speciale, mi voleva alla Roma, mi ha sempre voluto con lui. Conte è quello più vincente, non molla mai, a Conte non interessa il tuo nome ma quello che fai in allenamento. Mi sarebbe piaciuto essere allenato da Italiano, visto il suo modo di fare calcio, si sarebbe adattato molto a me ed al mio gioco, mi sarei adattato bene a lui.

Se fossi permaloso non potrei vivere a Firenze, il periodo più brutto a Firenze è stato dopo la morte di mia mamma, per 15 giorni non sono uscito di casa, facevo fatica anche a stare con mio figlio

Rossi è stato uno dei più grandi sfortunati del mondo del calcio per il talento che aveva, la gente non si rende conto di quanto fosse forte, al Villarreal era ad un livello pazzesco, stava per firmare per il Barcellona, molto più di Firenze, faceva cose mai viste. Alla Fiorentina lo abbiamo visto per 5 mesi a pieno regime, Pizarro è stato il centrocampista più forte con cui ho giocato, quando eri in difficoltà davi palla a lui e stavo tranquillo

Astori ha unito il mondo del calcio, vedete anche quello che è avvenuto a Santa Croce il giorno del funerale con i giocatori della Juventus, ha lasciato un vuoto grandissimo in tutti quanti noi. Quando sono arrivate le voci da Udine sulla sua morte, io ero nel ritiro dell’Inter, ho visto piangere giocatori dell’Inter da soli nei corridoi. Con lui abbiamo avuto anche scontri ma questo è normale tra uomini veri, abbiamo avuto un grandissimo rapporto. Me lo ricordo perfettamente, stavamo preparando il derby di Milano quando l’abbiamo saputo, poi quella partita non è stata giocata

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